Il nano e l'Infanta



(liberamente ispirata a "Il compleanno dell'Infanta" di Oscar Wilde)



C'era una volta

nel folto di un bosco

un piccolo nano

di nome Luciano.



Il nano ballava

in modo sì buffo

che chi lo vedeva

rideva, rideva.



Un giorno nel bosco

due guardie spagnole

vedono il nano

ballar tra le viole.



"Ma guarda, Carmelo,

che buffo che è quello

portiamolo al ballo

che abbiamo al castello!"



Infatti quel giorno

dava un gran ballo

l'Infanta di Spagna

e del Portogallo.



Al ballo, Luciano

fa balli sì strani

che tutti entusiasti

gli batton le mani.



E, giunto alla fine,

l'Infanta vezzosa

lo chiama vicino

e gli dona una rosa.



Il nano estasiato

da un dono sì bello

si mette a girare

per tutto il castello.



Finché all'improvviso

incontra uno specchio

e vede se stesso

nel vetro riflesso.



"Oddio! Che spavento!

E chi è quell'ometto

che stringe una rosa

anch'egli sul petto?



Ma allora l'Infanta

donò un altro fiore!"

E casca di botto

per tanto dolore.



Ed ecco, ad un tratto

che s'apron le porte

ed entra la bimba

con tutta la corte.



La bella comanda

che il nano si alzi

e inizi la danza

con guizzi e con balzi.



Vedendolo fermo,

il Gran Ciambellano

si china ed ascolta

il petto del nano.



Poi dice all'Infanta:

"E' un vero peccato,

non può più ballare:

ha il cuore spezzato!"



A questo, l'Infanta

severa dispone

che chi viene a corte

per fare il buffone



si attenga alla parte

di guitto o cantore,

diverta la gente

e non abbia più il cuore!



(R.F. © 1995)