Soffro di una grave malattia: eccesso d’intelligenza… o come dire dismisura o trapassamento del giusto mezzo. Che sventura! Mi manca quella soda, compatta stupidità che ti colloca un uomo nella vita, te lo fa stare fermo su tre idee sempre le stesse e prese in accatto, e del quale si dice con ammirazione che quello là sa quello che vuole.

Ma io che non voglio niente? Per forza. Per colpa di questa malattia che non lascia ombre all’illusione, ma in un baleno ti scopre tutti gli aspetti delle cose, te le fa vedere e dentro e fuori, e non solo come sono ma come erano e come saranno; te le sminuzza, te le frantuma, te le polverizza, te le annienta… e che fare, che combinare in un mondo nel quale ti pare che tutto è niente?
[A. Savinio]