"Da quando c'è l'euro non si capisce più niente"
"Per colpa dell'euro non si arriva più a fine mese"
"Un euro vale mille lire e il mio stipendio ora vale la metà"
"Per colpa della crisi la mia azienda mi ha licenziato"
"Devo chiudere il negozio: a causa della crisi non viene più nessuno a comprare"
"Dobbiamo sposarci ma pur avendo qualche risparmio nessuna banca è disposta a farci un mutuo perché non abbiamo lavori stabili"

Sono frasi che tutti noi abbiamo ascoltato almeno una volta, con sommo disappunto.
Ma ieri, a causa di un moto di disgusto provocato dalle dichiarazioni sulla sanità pubblica di una deputata, ho avuto l'illuminazione. Finalmente ho capito perché l'euro e la crisi sono sulla bocca di tutti.

L'ingresso dell'euro è avvenuto sotto i migliori auspici per noi: sebbene con la diffidenza rispetto ai centesimi ai quali avremmo dovuto abituarci, l'euro era visto come una moneta forte e stabile che avrebbe dato garanzie sul futuro dell'economia nazionale. Non avremmo avuto più problemi nel cambio con le altre valute, le esportazioni sarebbero diventate più consistenti (visto che nel primo cambio col dollaro, esso valeva meno di un euro) e comprare petrolio con una moneta forte poteva diventare conveniente.
Poi sono avvenuti tanti problemi a livello internazionale per cui il valore del dollaro è crollato, il barile di petrolio è arrivato a costare quasi 150$ e in casa nostra i prezzi sono raddoppiati a causa delle speculazioni nel cambio con la lira.
L'euro, perciò, è diventato il Nemico.
Solo per chi compra, però. Chi ha venduto, ha guadagnato fior di quattrini inventandosi cambi sempre più favorevoli. Ci ha guadagnato anche lo Stato, che ha goduto dell'aumento del gettito fiscale ed ha potuto aumentare a dismisura il prezzo dei bolli e delle sigarette.
Nessuno ha controllato, nessuno ha denunciato queste speculazioni. Non un finanziere, non un ispettore, e nemmeno un parlamentare o un ministro. Le associazioni di consumatori hanno parlato nel deserto. Nessuno ha fatto notare che non ci si può arricchire ai danni di chi compra. Eppure eravamo tutti pronti con l'euroconvertitore donato dal generosissimo governo Berlusconi! Niente, non è servito. Perché dividere per 1936,27 quando si può dividere per 1000, che è più semplice?
Però il nemico è l'euro, non i commercianti disonesti. Non lo Stato indolente e profittatore. Non i controllori fintamente sbadati o addirittura accondiscendenti.
Ed è facile prendersela con delle monetine di metallo variopinte e coniate sul verso con capolavori del genio italico o con dei fogliettini di carta coi quali barattare lo smartphone di ultima generazione!

La deputata succitata era intenta a giustificare la carenza di posti letto in un grande ospedale ponendo la questione della crisi globale. Cioè - diceva - siccome c'è la crisi, non possiamo spendere, quindi il paziente è costretto a condizioni disagiate.
Nessuno ha alzato il ditino, in trasmissione, ed ha parlato dei mega appalti per la costruzione di ospedali in posti improponibili e poi incompiuti. Nessuno ha nominato assessori, dirigenti, deputati, ministri, medici, consiglieri che, in ambito sanitario, hanno sperperato risorse, incamerato tangenti, malversato quattrini e corrotto professionisti. Nessuno ha detto che quei quattrini sono i nostri, sono le nostre tasse, che dovrebbero ritornare a noi sotto forma di servizi così come recita quello spot ingenuo e poetico che ci scartavetra i coglioni ad ogni ora sulla Rai. E infine, nessuno ha pronunciato la parola "BASTA!", quando la tipa ha cominciato a snocciolare i tagli del Governo alle Regioni.
Perché è cosa buona e giusta che la crisi sia individuata come il Nemico. La crisi non ha un volto. Non può essere portata in tribunale perché ha rubato soldi pubblici. A lei non puoi rinfacciare il fatto che le hai dato il voto in cambio di un lavoro per tuo figlio. E se ci sono meno soldi per la sanità o per la scuola o per la previdenza, bastano un paio di parolacce al cielo e domani il sole sorgerà ancora. Dovrebbe, ecco.

I nemici perciò siano l'euro e la crisi. Perché altrimenti qualcuno potrebbe farsi molto male.