Il terremoto in Emilia l'ho "sentito" in diretta: ero in chat con un'amica che l'ha sentito distintamente, pur essendo piuttosto lontana dall'epicentro. Subito Twitter e Facebook sono stati invasi dai messaggi di persone più o meno allarmate dalla scossa. L'evento mi è sembrato subito uno di larga scala perché praticamente tutti, dal Nord al Centro erano svegli e mostravano inquietudine.

Io sono stato invece turbato dalle immagini successive al sisma. Non quelle dei crolli, bensì quelle delle crepe nel terreno, delle strade spostate o accartocciate, della sabbia liquefatta risalita in superficie da ogni pertugio e dai fontanili apertisi nelle campagne.


Non c'è UNA foto che mostri una crepa in un punto non urbanizzato: stretti filari di granturco a perdita d'occhio, villette, parchi giochi, strade... mai uno sterrato, una radura, una pineta... nulla.
Uno dei suoli più preziosi d'Italia, pianeggiante, ricco d'acqua e dal clima mite è stato negli anni così intensivamente aggredito dalle costruzioni e dall'agricoltura intensiva.
Non si tratta così la Terra. No. Sebbene a volte possa essere madre e, appunto, matrigna.