marzo 31, 2006 marzo 31, 2006
Parole vibrante

Je suis corde sensible, odeur de bois, poussière des siècles. J'ai des ailes, tout comme un ange, et ma voix à la fois rauque et sucrée ressemble à s'y méprendre à vos souvenirs d'enfance. Mon chant n'est pas le chant du vent, mais le cri du diable, le baiser de la sorcière, la morve de la larve et le vol du papillon, la grimace du bossu et le sourire de la fée. J'enchante les coeurs, j'envoûte les âmes. J'effraie les enfants, indispose les moribonds, attendris le coeur des amants.

Et fais aboyer les chiens.

Je suis longue mèche que l'on frotte, que l'on frappe, que l'on effleure, et j'ai une âme. Je suis vieux cheveu d'or qu'un crin vient lisser, qu'un marteau cogne, qu'un doigt caresse. Lustré de cire, mon ventre recèle gargouilles, lutins, fêtes joyeuses et même pluies maussades.

Piano, violon, guitare je suis. Maladroits, virtuoses, assassins vous êtes, vous qui me maniez. Entre vos mains je suis un prince. L'austérité sied à mes allures fines, mais j'aime aussi me faire allègre, vivace, modéré...

Enfin sachez surtout que mes cordes vives sont choses sérieuses : une affaire d'hommes.


Raphaël Zacharie de Izarra
Tra l'altro, ho scoperto con orrore che ha ricominciato a fumare.
Queste coincidenze mi fanno impazzire: esattamente sei anni e due ore fa ho cominciato io a fumare.
Oggi sono uscito con la Bionda. Da quando vive a Roma è diventato praticamente impossibile incontrarci. Ma mi ha inviato un messaggio per darmi appuntamento, cosa assolutamente inusuale, e io ho ovviamente accettato.

A volte succedono piccole fortune nella vita, come parlare con la persona giusta al momento giusto.

Grazie. Ti voglio bene.
marzo 30, 2006 marzo 30, 2006
La favola si conclude.

Domani sarà il mio ultimo giorno di lavoro: finirà così il laboratorio musicale, e vivranno tutti felici e contenti.

Loro.
Mi odio.

Basta. Punto.
marzo 29, 2006 marzo 29, 2006
Questa l'ho fatta io! (cit.)

Tutto in una notte

(sogno fatto di pomeriggio)

Sono in una città vicina, devo andare credo in una scuola ma mi imbatto in un cantiere che mi blocca il cammino. Il cantiere è costituito dal raccordo tra due edifici stranissimi: sembrano due parcheggi coperti, pieni di colonne, lunghi circa 200 metri, forse più. Il tutto, visto dall'alto è più o meno a forma di U. Sotto il raccordo curvo corre una strada molto trafficata, che poi riemerge tra i due edifici. La luce è grigiastra, il cielo sembra coperto, ma ci sono le luci stradali al sodio che danno un po' di colore.
China sul materiale del cantiere c'è mia zia, quella milionaria, che forse sta perfino lavorando (!). Mi chiede dove sto andando e un casino di altre cose, ma io rispondo evasivamente. Poi cerco di andar via, ma tra una colonna e l'altra ci sono dei buchi sul pavimento, cadendo nei quali si finisce malamente nella strada sottostante. I buchi sono protetti malamente da alcune sottili assi di legno (che non reggerebbero affatto il mio peso) e quindi cerco di evitarli, le assi di legno sono disposte in quel modo anche su "disegni" sul cemento, senza che sotto ci sia il buco. Lo sforzo è di non prendere né le assi (che sono piene di chiodi), né i buchi nel pavimento.
Esco dal cantiere dopo aver seguito le indicazioni e mi imbatto in una scrivania con dietro seduti cinque bidelli con la polo rossa. Chiedo loro dove sia la scuola e mi dicono di andare in fondo e di girare a destra.

Spostamento (cit.)

Sono a casa (ma non è casa mia) e parlo con mia figlia, una ragazzina di 13-14 anni, vestita da marinaretta. Lei è sul letto, mentre io sto sul bordo. Il problema è che io sono donna, sono la mamma della ragazza, e dall'altra parte del letto c'è mio marito, vestito con un trench beige (tipo tenente Colombo). Discutiamo a lungo, ridendo tanto, ma alla fine il discorso cade sulla sessualità e sull'importanza del sesso. Mio marito dice che è importante farlo consapevolmente, anche prima che nostra figlia frequenti il ballo delle debuttanti (!!!), mentre io, scandalizzata, gli chiedo con voce artefatta dalla preoccupazione: "Una debuttante, come...???"
marzo 27, 2006 marzo 27, 2006
ؤثقفخ scrive:
/me regala a regolo un pezzettino del suo ottimismo sperando che il suo organismo non lo rigetti come corpo estraneo

яegulus21 [zitello] scrive:
ahahah da te lo accetto volentieri

яegulus21 [zitello] scrive:
è un OGM

яegulus21 [zitello] scrive:
Ottimismo Geneticamente Modificato

яegulus21 [zitello] scrive:
(in realtà è pessimismo che s'è fatto na canna)
Aneddoto sentito stasera da un amico architetto.

Questo amico ebbe l'incarico di arredare un negozio di corredi, quindi stava predisponendo le pedane per i due letti. Una pedana doveva essere di 21cm, per farla corrispondere alla zoccolatura del gradino; l'altra avrebbe voluto farla più bassa, circa 10-12cm, per creare un effetto diverso.
Arrivò al negozio con una bozza e cominciò a discutere con la titolare, la quale desiderava comunque le due pedane di altezza uguale. Quindi, per orientarsi, la signora chiese all'architetto di indicarle l'altezza. Il mio amico estrasse il metro e indicò i 21cm.

Il marito della signora smise per un attimo di parlare con l'elettricista, osservò il metro a nastro e disse tra sè e sè, in dialetto stretto: "Moglie mia, ma chi te lo deve dare?!".
Risata generale, con la moglie che non riusciva a capire perché i tre ridessero.