Don't cry for me, Argentina



Questo blog chiude.



Prima che l'Italia si trasformi realmente in Argentina, vado ad imparare lo spagnolo in Costa Blanca senza passare dal via.

Prima che si cominci a ri-invocare Baffone e Baffino, indosserò un boxerino non troppo aderente per fare abluzioni notturne nel Mar Menor in sacrificio della dea Iside.

Prima che venga liberalizzato l'uso della mia casa e venga condonato l'uso improprio fatto finora del mio buco del culo, per essere quindi donato a Confindustria, vado a fare sulla bianca spiaggia spagnola il trenino dell'amore mbriaco di mojito.

Prima che questo blog diventi come il famigerato "Diario di Anna Franco" (cit.), rifugiata tarantina in fuga dalla Guardia PaTana, e che io venga costretto ad arruolarmi nel Movimento Partigiano per la Liberazione del Mezzogiorno, vado a godermi il wi-fi aggratis per le strade di Valencia.

Prima che sia necessario passare la dogana tra Piacenza e Lodi, prendo il primo treno per Genova e chi cazzo se ne fotte più.



Ricordatemi come komunista, se volete; come ateo, se credete (appropo', manco le lettere alla Madonna di Lurd hanno funzionato... a chi cazzo dobbiamo scrivere più per avere ascolto? Non è che serve avere l'indirizzo del Principale?); come cantante, se mi amate.



E tutte le cazzate (perché le abbiamo tutti chiamati cazzate) che ho scritto in quasi cinque anni vi rimangano come un palese, marchiano, gigantesco, enorme, immane, pachidermico: "E non dite che non ve l'avevo detto, io!"