Brembate di Sopra. Esterno giorno. Un giornalista del TG1 intervista i passanti. Un anziano dice più o meno: "Non credevo fosse possibile, sono veramente costernato".
A me, in quello stesso istante, mi fumano le meningi e mi roteano le balle a turbina!
Premessa:
L'uomo è cattivo. Non c'è verso di renderci buoni. Niente, nada, niet.
Nel mondo animale non esiste specie in cui il più forte schiaccia il più debole e poi gli tromba la moglie, gli deruba il patrimonio, infierisce sul cadavere e fa di tutto per sottrarsi alla punizione. Anzi, già il fatto che l'uomo abbia inventato metodi disparati per punire i cattivi, regole sistematiche da applicare per sempre, vuol dire che l'ha capito da solo che non c'è soluzione. E non c'è religione che, per quanto frusti, accechi, imponga, prometta, soggioghi, sia riuscita a rendere migliore il genere umano.
Fumo di meningi e balle a turbina:
Non potevo trattenermi, ma manco per il cazzo, dall'urlare "STRONZO!" davanti al televisore.
Capra, ma non lo sai che l'uomo è cattivo? Hanno rotto i coglioni per anni con i casi di Cogne, Perugia, Avetrana, descrivendo con dovizia di particolari ganci di reggiseno, goccioline di sangue e particelle di materia grigia schizzata, celle telefoniche e cinture dei cinesi... A qualche centinaio di chilometri a sud, oltre il mare, c'è un beduino che falcia le folle con i carri armati e bombarda i manifestanti cogli aerei... Per non parlare dei massacri in Sudan, Iraq, Afghanistan, Ruanda... Possibile che non ti sia accorto che l'uomo è cattivo? Non ti arrivano 'ste notizie? "Non credevo fosse possibile"... guarda, ma dove cazzo vivi? Nel paradiso terrestre? Fino a tre mesi fa quel posto doveva essere ben felice, strano allora che non ne abbiamo mai sentito parlare prima! Chissà perché...
DEFICIENTE!
febbraio 27, 2011
febbraio 27, 2011
febbraio 26, 2011
febbraio 26, 2011
La scatola dei ricordi
Ciascuno di noi ha un luogo in cui conserva oggettini accumulati nel tempo. Ognuno degli oggetti apre un varco temporale pieno di ricordi: immagini, suoni, odori, voci, relazioni che riemergono dopo decine di anni.
Io ho due scatole: una piena di carta, l'altra piena di cosine.
Alcuni sono pezzi fondamentali del mio percorso di crescita, altri non so ricordare nemmeno da dove vengono, segno che la loro presenza in posto così sacro non è poi così giustificabile. Ma per essere lì, devono per forza essere importanti, allora rimangono nel sancta santorum senza paura.
I più belli, quelli "vedibili", sono esposti in libreria. Una bottiglia vuota di profumo, una clessidra, una bussola, due statuette a forma di gatto, un barattolo di latta, una macchinina della Polizia...
Nella scatola invece ci sono inviti alle feste, otto pacchetti vuoti di sigarette estere, 4 bracciali e 4 "tau", un anello (l'unico che abbia mai messo in vita mia), una finta lente di ingrandimento, due giarrettiere, una bottiglietta di liquore, due accendini, due penne, due matrioske, una scarpetta da bambino, un minuscolo trullo di Alberobello, una madonnina in gesso e un angelo in terracotta, tante palline, un sacchetto di sale grosso, il triscele, una girandola, delle chiavi, una pigna, una pietra, la tessera dell'autobus di Modena, un rompicapo, portachiavi, pendenti e altri ammennicoli.
Ciascuno di questi oggetti è legato ad una persona, un luogo o un'esperienza. Quella è la mia storia, la mia vita.
Un oggetto IMPORTANTISSIMO lo regalai in un modo molto particolare ad una persona che significava tanto per me (credo che poi sia andato perso lì in Sicilia...).
Mi manca solo un oggetto. Un ricordo. Una persona. Ma di lei conservo il suo cuore e un aculeo da istrice.
Io ho due scatole: una piena di carta, l'altra piena di cosine.
Alcuni sono pezzi fondamentali del mio percorso di crescita, altri non so ricordare nemmeno da dove vengono, segno che la loro presenza in posto così sacro non è poi così giustificabile. Ma per essere lì, devono per forza essere importanti, allora rimangono nel sancta santorum senza paura.
I più belli, quelli "vedibili", sono esposti in libreria. Una bottiglia vuota di profumo, una clessidra, una bussola, due statuette a forma di gatto, un barattolo di latta, una macchinina della Polizia...
Nella scatola invece ci sono inviti alle feste, otto pacchetti vuoti di sigarette estere, 4 bracciali e 4 "tau", un anello (l'unico che abbia mai messo in vita mia), una finta lente di ingrandimento, due giarrettiere, una bottiglietta di liquore, due accendini, due penne, due matrioske, una scarpetta da bambino, un minuscolo trullo di Alberobello, una madonnina in gesso e un angelo in terracotta, tante palline, un sacchetto di sale grosso, il triscele, una girandola, delle chiavi, una pigna, una pietra, la tessera dell'autobus di Modena, un rompicapo, portachiavi, pendenti e altri ammennicoli.
Ciascuno di questi oggetti è legato ad una persona, un luogo o un'esperienza. Quella è la mia storia, la mia vita.
Un oggetto IMPORTANTISSIMO lo regalai in un modo molto particolare ad una persona che significava tanto per me (credo che poi sia andato perso lì in Sicilia...).
Mi manca solo un oggetto. Un ricordo. Una persona. Ma di lei conservo il suo cuore e un aculeo da istrice.
febbraio 25, 2011
febbraio 25, 2011
Pare facile
“Ogni persona ha dentro di sé tutte le risorse per superare i problemi che incontra”.
“Ogni storia di problemi, genera accanto a sé una storia di risorse, le stesse che servono a risolvere i problemi”. Quindi, più problemi abbiamo incontrato, più potenziali risorse abbiamo generato al nostro interno. Ciò che occorre è solo riconoscerle, svilupparle e metterle in pratica. La vita e l’evoluzione procedono così.
Noi non abbiamo bisogno di aiuti esterni sui contenuti dei nostri problemi. L’unico aiuto di cui abbiamo bisogno è sul modo in cui possiamo utilizzare i gioielli che abbiamo al nostro interno.
C’è sicuramente un ostacolo a far proprie queste convinzioni: l’idea che la vita dovrebbe essere facile, senza problemi, comoda, sicura. E se le cose non stanno così, allora ci deve essere qualcosa di sbagliato o di colpevole in noi o negli altri. Con la modernità, con la pubblicità, abbiamo sviluppato una sorta di idiosincrasia al dolore necessario, ineliminabile, che è parte della vita stessa. Trasformandolo in dolore nevrotico, cioè sterile, improduttivo.
Il dolore necessario è produttivo! E’ quello che ci indica la strada. Senza sofferenza, non c’è vita né creazione.
Ma di quali risorse stiamo parlando? Della forza fisica, della bellezza, della ricchezza, della conoscenza, del potere? No. Stiamo parlando delle risorse che ci rendono pienamente umani: amore, compassione, gratitudine, apprezzamento, gioia, entusiasmo, bellezza interiore, generosità, umiltà, dedizione alla verità.
Non importa il nome che utilizziamo: valori, qualità dell’essere, risorse, stati mentali, atteggiamenti. Noi tutti conosciamo la differenza tra una relazione basata sulla stima reciproca e sull’amicizia e una relazione basata sulla diffidenza e sul controllo. La prima ci rende contenti, ricaricati, felici, la seconda ci svuota e ci scarica. La prima è come l’acqua che fa crescere una pianta, la seconda è come la siccità che la fa appassire.
Il tipo di vita che conduciamo dipende da una sola cosa: quale tipo di relazione instauriamo con le persone più vicine, con noi stessi, con le cose che facciamo, con i problemi che incontriamo, con i pensieri che frequentiamo, con le emozioni che assecondiamo.
E da che cosa dipende la qualità di una relazione? Dipende dalle risorse che sappiamo mettere al suo servizio. Una relazione d’amore cresce o appassisce in base alle risorse interiori, alle qualità dell’anima che sappiamo investire in essa.
Quindi, essere felici o infelici dipende da una nostra scelta. E la scelta dipende dal grado di consapevolezza che abbiamo raggiunto.
Buona notizia: oggi le neuroscienze confermano le intuizioni delle antiche tradizioni sapienziali. Apprezzamento, gratitudine, compassione non sono solo pratiche di benevolenza e bontà. No, sono pratiche di intelligenza! Quell’intelligenza che è indispensabile affinché possiamo discernere con chiarezza ciò che è bene e ciò che non è bene per noi e per le persone coinvolte. Quell’intelligenza che apre le porte alla nostra intuizione e creatività, facendoci superare con un solo balzo difficoltà che ci apparivano insormontabili.
“Ogni storia di problemi, genera accanto a sé una storia di risorse, le stesse che servono a risolvere i problemi”. Quindi, più problemi abbiamo incontrato, più potenziali risorse abbiamo generato al nostro interno. Ciò che occorre è solo riconoscerle, svilupparle e metterle in pratica. La vita e l’evoluzione procedono così.
Noi non abbiamo bisogno di aiuti esterni sui contenuti dei nostri problemi. L’unico aiuto di cui abbiamo bisogno è sul modo in cui possiamo utilizzare i gioielli che abbiamo al nostro interno.
C’è sicuramente un ostacolo a far proprie queste convinzioni: l’idea che la vita dovrebbe essere facile, senza problemi, comoda, sicura. E se le cose non stanno così, allora ci deve essere qualcosa di sbagliato o di colpevole in noi o negli altri. Con la modernità, con la pubblicità, abbiamo sviluppato una sorta di idiosincrasia al dolore necessario, ineliminabile, che è parte della vita stessa. Trasformandolo in dolore nevrotico, cioè sterile, improduttivo.
Il dolore necessario è produttivo! E’ quello che ci indica la strada. Senza sofferenza, non c’è vita né creazione.
Ma di quali risorse stiamo parlando? Della forza fisica, della bellezza, della ricchezza, della conoscenza, del potere? No. Stiamo parlando delle risorse che ci rendono pienamente umani: amore, compassione, gratitudine, apprezzamento, gioia, entusiasmo, bellezza interiore, generosità, umiltà, dedizione alla verità.
Non importa il nome che utilizziamo: valori, qualità dell’essere, risorse, stati mentali, atteggiamenti. Noi tutti conosciamo la differenza tra una relazione basata sulla stima reciproca e sull’amicizia e una relazione basata sulla diffidenza e sul controllo. La prima ci rende contenti, ricaricati, felici, la seconda ci svuota e ci scarica. La prima è come l’acqua che fa crescere una pianta, la seconda è come la siccità che la fa appassire.
Il tipo di vita che conduciamo dipende da una sola cosa: quale tipo di relazione instauriamo con le persone più vicine, con noi stessi, con le cose che facciamo, con i problemi che incontriamo, con i pensieri che frequentiamo, con le emozioni che assecondiamo.
E da che cosa dipende la qualità di una relazione? Dipende dalle risorse che sappiamo mettere al suo servizio. Una relazione d’amore cresce o appassisce in base alle risorse interiori, alle qualità dell’anima che sappiamo investire in essa.
Quindi, essere felici o infelici dipende da una nostra scelta. E la scelta dipende dal grado di consapevolezza che abbiamo raggiunto.
Buona notizia: oggi le neuroscienze confermano le intuizioni delle antiche tradizioni sapienziali. Apprezzamento, gratitudine, compassione non sono solo pratiche di benevolenza e bontà. No, sono pratiche di intelligenza! Quell’intelligenza che è indispensabile affinché possiamo discernere con chiarezza ciò che è bene e ciò che non è bene per noi e per le persone coinvolte. Quell’intelligenza che apre le porte alla nostra intuizione e creatività, facendoci superare con un solo balzo difficoltà che ci apparivano insormontabili.
febbraio 23, 2011
febbraio 23, 2011
Attenti all'abisso!
Il mio umore è quasi sempre a terra, è difficile vedermi contento, euforico, spensierato. Di felicità è meglio che non ne parliamo, anche perché non la conosco.
Poi ovviamente ci sono i momenti "no", in cui scavo volentieri trincee per non vedere nessuno, per evitare contatti col mondo esterno.
E in casi eccezionali, non esattamente infrequenti, ci sono dei burroni, dei baratri in cui mi lancio in caduta libera per non vedere il sole, per andare più veloce dei miei pensieri verso il fondo.
Ecco, questi momenti hanno la loro colonna sonora. Mi è successo solo un paio di volte di avere il rifiuto completo perfino della musica, ma le altre volte ho sempre amato crogiolarmi in una densissima melassa di accordi e ricordi, melodie ed armonie, parole e immagini.
Immagino già le facce. "VOGLIAMO I TITOLI!"
Eccoli, il post è scritto appost:
The one I love is gone - Katie Melua
Piece by piece - Katie Melua
L'istrice - Subsonica
In the end - Linkin Park
La fine - Nesli
Lasciarsi un giorno a Roma - Niccolò Fabi
Hyperballad - Björk
Marrakesh - Pippo Pollina
Canzone sesta - Pippo Pollina
Il giorno del falco - Pippo Pollina
In this life - Madonna
Solo - Claudio Baglioni
Signor Tentenna - Carmen Consoli
Di un amore - Antonella Ruggiero
Noite e luar - Patrizia Laquidara
Agnus dei - Requiem di Fauré
Agnus dei - Missa Gaia di Paul Winter
Libera me - Requiem di Verdi
My heart is in the Highlands - Arvo Pärt
Fragosyriani - Rebetiko tradizionale
Poi ci sono canzoni che ho abbandonato nel tempo, si sono arrugginite a forza di lacrime:
Tutti i miei sbagli - Subsonica
Strade - Subsonica
Cavallo bianco - Matia Bazar
Gesù caro fratello - Claudio Baglioni
My heart calling - Noa
Lemon tree - Fool's Garden
Come Thelma e Louise - Giorgia
You must love me - Madonna
Agora - Madredeus
Non c'è una classifica della canzone più triste, ciascuna ha una sfumatura diversa. E solo cinque di esse sono in tonalità prevalentemente maggiore. In corsivo ci sono le aggiunte rispetto alla prima stesura.
Se volete esplorare i miei abissi, buon divertimento.
Poi ovviamente ci sono i momenti "no", in cui scavo volentieri trincee per non vedere nessuno, per evitare contatti col mondo esterno.
E in casi eccezionali, non esattamente infrequenti, ci sono dei burroni, dei baratri in cui mi lancio in caduta libera per non vedere il sole, per andare più veloce dei miei pensieri verso il fondo.
Ecco, questi momenti hanno la loro colonna sonora. Mi è successo solo un paio di volte di avere il rifiuto completo perfino della musica, ma le altre volte ho sempre amato crogiolarmi in una densissima melassa di accordi e ricordi, melodie ed armonie, parole e immagini.
Immagino già le facce. "VOGLIAMO I TITOLI!"
Eccoli, il post è scritto appost:
The one I love is gone - Katie Melua
Piece by piece - Katie Melua
L'istrice - Subsonica
In the end - Linkin Park
La fine - Nesli
Lasciarsi un giorno a Roma - Niccolò Fabi
Hyperballad - Björk
Marrakesh - Pippo Pollina
Canzone sesta - Pippo Pollina
Il giorno del falco - Pippo Pollina
In this life - Madonna
Solo - Claudio Baglioni
Signor Tentenna - Carmen Consoli
Di un amore - Antonella Ruggiero
Noite e luar - Patrizia Laquidara
Agnus dei - Requiem di Fauré
Agnus dei - Missa Gaia di Paul Winter
Libera me - Requiem di Verdi
My heart is in the Highlands - Arvo Pärt
Fragosyriani - Rebetiko tradizionale
Poi ci sono canzoni che ho abbandonato nel tempo, si sono arrugginite a forza di lacrime:
Tutti i miei sbagli - Subsonica
Strade - Subsonica
Cavallo bianco - Matia Bazar
Gesù caro fratello - Claudio Baglioni
My heart calling - Noa
Lemon tree - Fool's Garden
Come Thelma e Louise - Giorgia
You must love me - Madonna
Agora - Madredeus
Non c'è una classifica della canzone più triste, ciascuna ha una sfumatura diversa. E solo cinque di esse sono in tonalità prevalentemente maggiore. In corsivo ci sono le aggiunte rispetto alla prima stesura.
Se volete esplorare i miei abissi, buon divertimento.
febbraio 22, 2011
febbraio 22, 2011
E' tornato l'arrotino
E' tornato l'arrotino
con un vecchio camioncino
sempre pronto sul gradino
tira fuori il fagottino
le scintille fa il molino
ti sistema il coltellino
lo ripaghi col soldino
è tornato l'arrotino.
con un vecchio camioncino
sempre pronto sul gradino
tira fuori il fagottino
le scintille fa il molino
ti sistema il coltellino
lo ripaghi col soldino
è tornato l'arrotino.
febbraio 20, 2011
febbraio 20, 2011
L'Oracolo
Seguivo "Quelli che il calcio" mentre ciavattavo con il Diamante genoano. Vedo con dispiacere che la Roma sta facendo strame del Genoa: il risultato parziale è 3-0.
Poi urlano sul 3-1 ma a me viene una insopprimibile voglia di fare una passeggiata. Quindi saluto il mio amico e, anche se del calcio non me ne può fottere un quarto di funcia di minchia, gli scrivo: "Io esco a fare due passi. Quando torno, voglio vedere il Genoa che vince 4-3", perché speravo potesse gioire.
Ecco. Io soltanto i numeri al lotto non azzecco, ma 'ste cose mi fanno ugualmente scimunire. E sono felice che lui sia felice.
Poi urlano sul 3-1 ma a me viene una insopprimibile voglia di fare una passeggiata. Quindi saluto il mio amico e, anche se del calcio non me ne può fottere un quarto di funcia di minchia, gli scrivo: "Io esco a fare due passi. Quando torno, voglio vedere il Genoa che vince 4-3", perché speravo potesse gioire.
Ecco. Io soltanto i numeri al lotto non azzecco, ma 'ste cose mi fanno ugualmente scimunire. E sono felice che lui sia felice.
Amanda è libera. The end.
Vi prego. Andate al minuto 8:34 e ascoltate cosa combina la Canalis dopo l'annuncio del vincitore! :D
Ricorderemo questo festival per il tormentone russo-klezmer-salentino e per "su su su" e "giù giù giù" di Barbarossa e la Lonza; il salto, rispetto ai laghi di Scanu e dopo "Quando i piccioni fanno oh!", è sicuramente verso l'alto!
febbraio 19, 2011
febbraio 19, 2011
Amanda (ora) è libbbera
Ma prima è stata imprigionata da un cattivo cattivo musicista klezmer ammmerregano...
...e poi da un cattivo cattivo dragone francese:
Nessuno mi toglie però dalla mente che Amanda ha lontane origini RUSSE!
...e poi da un cattivo cattivo dragone francese:
Nessuno mi toglie però dalla mente che Amanda ha lontane origini RUSSE!
In memoriam
In memoriam
Parlerò di te
In una giornata lunga trenta ore
E arriverò da te
Come gli uccelli migratori
Avrò come casa il cielo
Busserò alla tua porta
Con in mano tre fiori
Saranno i miei doni
Saranno ciò che ti chiedo
Il tuo tempo
Le tue mani
La mia storia
Racconto senza fiato questo sogno
Invento piccoli particolari
Mi rivesto e volo via
Tra le ali il vento
E un'onda nel cuore.
Parlerò di te
In una giornata lunga trenta ore
E arriverò da te
Come gli uccelli migratori
Avrò come casa il cielo
Busserò alla tua porta
Con in mano tre fiori
Saranno i miei doni
Saranno ciò che ti chiedo
Il tuo tempo
Le tue mani
La mia storia
Racconto senza fiato questo sogno
Invento piccoli particolari
Mi rivesto e volo via
Tra le ali il vento
E un'onda nel cuore.
febbraio 18, 2011
febbraio 18, 2011
Status
Facebook apre alle coppie di fatto.
Eh, sì, ma finché arriverà al mio
Regulus21
è passato/a da "single" a "compilation".
ce ne vorrà di tempo!
Eh, sì, ma finché arriverà al mio
Regulus21
è passato/a da "single" a "compilation".
ce ne vorrà di tempo!
Venerdì 18
Non è bello trovarsi in uno dei peggiori luoghi della Terra ed essere lapidato dalla grandine.
E non è bello, tornando da quel luogo verso casa, essere costretto a sperimentare che la propria auto si comporta come un hovercraft su una provinciale COMPLETAMENTE allagata per chilometri.
Sono salvo. Ma sono ancora le 14.40.
E non è bello, tornando da quel luogo verso casa, essere costretto a sperimentare che la propria auto si comporta come un hovercraft su una provinciale COMPLETAMENTE allagata per chilometri.
Sono salvo. Ma sono ancora le 14.40.
RIVOLUZIONE O FUGA?
http://www.repubblica.it/politica/2011/02/18/news/wikileaks-12597522/*
La seconda che hai detto.
*Mi vergogno perfino di scrivere il titolo!
La seconda che hai detto.
*Mi vergogno perfino di scrivere il titolo!
febbraio 17, 2011
febbraio 17, 2011
A calci nel culo!
Insegnante condannata ad un mese di carcere
La donna, che ora ha 59 anni ed è in pensione, costrinse un alunno che aveva insultato e preso in giro un compagno dandogli del gay e impedendogli di entrare nel bagno dei maschi, a scrivere "sono un deficiente". "La mia cliente - ha aggiunto il legale - non si dà pace. Si sente tradita dalle istituzioni che ha cercato di garantire anche insegnando ai ragazzi che non si devono discriminare gli altri". "Mi ha detto - ha concluso - che forse alla luce della sentenza sarebbe stato meglio non intervenire".
Di parere contrario il padre dell'alunno: "Ha avuto quello che si meritava. Doveva pagare il conto. Dopo quella punizione sono stato costretto a portare mio figlio dalla psicologo".
Cioè, veramente stiamo a fare? E una pedata con un anfibio taglia 46 in culo ai giudici, al genitore e al bulletto non la diamo? Quasi nessuno dei miei professori sarebbe a piede libero, a quest'ora, e la mia maestra delle elementari, una suora, starebbe scontando l'ergastolo in una fetida cella di un carcere turco.
Poi dicono che uno deve aver fiducia.
La donna, che ora ha 59 anni ed è in pensione, costrinse un alunno che aveva insultato e preso in giro un compagno dandogli del gay e impedendogli di entrare nel bagno dei maschi, a scrivere "sono un deficiente". "La mia cliente - ha aggiunto il legale - non si dà pace. Si sente tradita dalle istituzioni che ha cercato di garantire anche insegnando ai ragazzi che non si devono discriminare gli altri". "Mi ha detto - ha concluso - che forse alla luce della sentenza sarebbe stato meglio non intervenire".
Di parere contrario il padre dell'alunno: "Ha avuto quello che si meritava. Doveva pagare il conto. Dopo quella punizione sono stato costretto a portare mio figlio dalla psicologo".
Cioè, veramente stiamo a fare? E una pedata con un anfibio taglia 46 in culo ai giudici, al genitore e al bulletto non la diamo? Quasi nessuno dei miei professori sarebbe a piede libero, a quest'ora, e la mia maestra delle elementari, una suora, starebbe scontando l'ergastolo in una fetida cella di un carcere turco.
Poi dicono che uno deve aver fiducia.
febbraio 16, 2011
febbraio 16, 2011
Hymn + Nel perdono ==> ± Amanda è libera
No, non sono in grado di fare i merge di filmati, musiche o foto. Non è proprio roba mia.
Se volete, visto che avete una grande fantasia, immaginate! :)
Andate prima al punto 0:19 di questo brano, e ascoltate per venti secondi.
Poi vi sciroppate tutto fino a 3:41... SCHERZAVO! EHI! GIU' LE MANI! Peggio di La Russa.... eccheccazzo!
Dicevo: saltate al 3:41 e ascoltate per una quarantina di secondi il ritornello.
Ora, forse, dovreste essere ancora in grado di intendere e di volere, pronti ad ascoltare il brano sentito ieri.
Esattamente dal punto 1:16. Non oltre 1:55, altrimenti vi sciroppate l'intermezzo arabeggiante... che se ne poteva fare volentieri a meno.
No, sicuramente non è un plagio, non ci sono gli elementi per dirlo. Sono sonorità "già sentite" e accattivanti.
Diciamo le stesse osservazioni che sono state mosse per anni a Ivana Spagna, Venditti, Zucchero, Pezzali... Capite cosa intendo, vero?
No, non sono in grado di fare i merge di filmati, musiche o foto. Non è proprio roba mia.
Se volete, visto che avete una grande fantasia, immaginate! :)
Andate prima al punto 0:19 di questo brano, e ascoltate per venti secondi.
Poi vi sciroppate tutto fino a 3:41... SCHERZAVO! EHI! GIU' LE MANI! Peggio di La Russa.... eccheccazzo!
Dicevo: saltate al 3:41 e ascoltate per una quarantina di secondi il ritornello.
Ora, forse, dovreste essere ancora in grado di intendere e di volere, pronti ad ascoltare il brano sentito ieri.
Esattamente dal punto 1:16. Non oltre 1:55, altrimenti vi sciroppate l'intermezzo arabeggiante... che se ne poteva fare volentieri a meno.
No, sicuramente non è un plagio, non ci sono gli elementi per dirlo. Sono sonorità "già sentite" e accattivanti.
Diciamo le stesse osservazioni che sono state mosse per anni a Ivana Spagna, Venditti, Zucchero, Pezzali... Capite cosa intendo, vero?
Perché Sanremo è Sanremo. Sessantunesima edizione.
Ho acceso in tempo il televisore, per fortuna.
Sì? Oddio... mai visto niente di più NO IO SO!
Però sono in ritardo con la telecronaca. Sono le 22.08 e andrò un po' in ordine sparso.
Le due vallette non sono ancora entrate in scena. Potevano dirlo subito che avevano un contratto part-time. La crisi, ah, la crisi.
Ma siccome quest'anno pare veramente che le canzoni siano meglio del resto, comincio subitissimo!
Giusy Ferreri - Il mare immenso
Look strepitoso, tanto da esclamare "Ah, finalmente una che non s'è rifatta le tette!". Canzone di Bungaro, che ho immaginato magicamente cantata da Patty Pravo per riuscire a farmela piacere.
Probabilmente aveva problemi con le regolazioni del microfono: o non si sentiva nulla o sembrava che l'avesse ingoiato. Ah, dite che era realmente così? CATTIVI!
Voto: 7 per la canzone, 4 per l'interpretazione (eh, il pregiudizio).
Luca Barbarossa e Raquel del Rosario - Fino in fondo
Bella canzone, orecchiabile, sentimentale, tipicamente sanremese. La voce di lui è sempre in forma e quella della signora Alonso è una bella scoperta. Non mi piacciono insieme, non si amalgamano bene.
Voto: 7.
(Ore 22.14... eccole. Beh, sono proprio splendide! Due vestiti di gran classe e look sopraffino. Sono simpatiche come dei ricci nelle mutande, ma per la situazione può andar già bene: sempre meglio di Morandi!)
Anna Tatangelo - Bastardo
No, vestita così non si può vedere. Immagino già la sua creatura "ma è la mamma quella?"... E la canzone è un po' meno d'alessiana del solito, complice un'overdose di violini nell'arrangiamento. Quasi ascoltabile.
Voto: 5.
Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore
Non dico un capolavoro, ma un testo ben fatto e una melodia semplice e d'impatto. Il Professore non si smentisce. Devo solo scoprire a che brano somiglia, ma per far questo ho bisogno di risentirla.
Voto: 8.
La Crus - Io confesso
E pensare che questa canzone fu presentata l'anno scorso a Sanremo da Giusy Ferreri ma poi decise di non cantarla più (Fonte: TV Sorrisi e Canzoni). Io l'avrei preso come un segno divino. Pretenziosa, troppo! Sembra dire "noi semo bbbravi e voi nun sete...".
Voto: 5.
Max Pezzali - Il mio secondo tempo
Uguale a se stesso da sempre, nel look, nella vocalità, nella melodia... Evitabile.
Voto: 4.5.
Davide Van de Sfroos - Yanez
Ritmicamente soddisfacente, la tromba è BELLA! La melodia è piaaaaaaaaaatta, e grazie al testo ho capito più o meno tutto quello che diceva (mi che sun terùn).
Voto: 6, per il coraggio.
Che hanno fatto a Luca e Paolo, li hanno drogati? Il guinzaglio è corto? Ora entrano e vediamo...
...ecco, meglio che non entravano. Il duetto Silvio-Gianfranco era terribile. Più che scontato e più che inadeguato all'occasione. Tra l'altro, su una canzone di Morandi... Che originalità!
Anna Oxa - La mia anima d'uomo
Ahò, a me me piace! Energica, da brividi, armonicamente interessante, melodicamente raffinata. Il look è come al solito sorprendente: quei capelli, quei capelli! E i pantaloni pelosi?!
Voto: 8, niente di meno.
Tricarico - Tre colori
Cazzo! Il fagotto! IL FAGOTTO! Che goduria! Solo per quello merita 10! E Mesolella? Parliamone pure!
Che bella canzone sognante e delicata, su un argomento attuale e controverso, e un arrangiamento da brividi. Forse non è propriamente sanremese, ma se non ci scolliamo dai cliché, il Festival sarà sempre la solita boiata. E invece no! BRAVO TRICARICO!
Voto: 8.5.
Morandi... Morandi... che noia! Che barba! CHE NOIA!
Emma Marrone e i Modà - Arriverà
Io i Modà non li perdono per quella estrema porcheria neomelodica chiamata "La notte".
Il brano è in stile Negramaro, un po' meno beat, un po' più raffinata... Però non è male, forse un po' gridazzata, ecco.
Voto: 6.5, ma mi vergogno.
Devo dire che il livello delle canzoni di quest'anno è nettamente superiore rispetto agli altri anni. Meno gossip sui cantanti e più musica. Mi piace! Peccato per Morandi, troppo troppo troppo lento.
La regia è misurata, senza colpi di testa. E i nuovi abiti delle due gno... ehm... vallette sono strepitosi, ma quelle anche con due stracci addosso...
Ottima la scelta di fare a meno della scala e cattiva quella di fare a meno dei fiori.
Luca Madonia e Franco Battiato - L'alieno
Catania forever. Il synth tipico di Battiato fa sempre un certo effetto e la canzone è orecchiabile, con un arrangiamento mirabile. Vedere Madonia e sapere che ora ha più di cinquant'anni, mi fa sentire decisamente vecchio, visto che lo ricordo coi Denovo come se fosse ieri.
Voto: 7.5.
Patty Pravo e il suo nido di rondini in testa - Il vento e le rose
Una signora ultrasessantenne che litiga con la tonalità della canzone (pur lineare, per non dire banale). Ecco, tutto ciò non rende merito alla storia dell'artista Patty Pravo. Perché costringerci?
Voto: 3.5.
Belen e il tango. Non male, un po' rigidina ma va. Ora facciamo recitare la Canalis.
Nathalie - Vivo sospesa
Sembra sospesa sull'intonazione giusta come un bruco di processionaria su un cavo elettrico: comunque vada, qualcuno si fa male. L'unica cosa che mi piace è l'ostinato di rullante.
Voto: 4.
La cosa di cui non riesco a capacitarmi è PERCHE' c'è un brano per ciascun ingresso degli artisti. C'è qualche collegamento? Mah...
E dulcis in findus, Albano, accolto con "ennonhoamatomai lllllavita..." eseguito al theremin. A volte ritornano. Cioè sempre.
Albano - Amanda è libera
Se non fosse starnazz... ehm... cantata da Albano, la canzone sarebbe perfino decente. E il ritornello sembra la copia di una copia: ricorda molto "Nel perdono", che a sua volta ricordava "Hymn" degli Ultravox. Non capisco l'intermezzo mediorientaleggiante. Mah.
Voto: 6 per la canzone, 3 per l'interpretazione.
Pronostico: eliminati Oxa e La Crus. Per me potrebbero andar via Patty Pravo e Nathalie.
Ho acceso in tempo il televisore, per fortuna.
Sì? Oddio... mai visto niente di più NO IO SO!
Però sono in ritardo con la telecronaca. Sono le 22.08 e andrò un po' in ordine sparso.
Le due vallette non sono ancora entrate in scena. Potevano dirlo subito che avevano un contratto part-time. La crisi, ah, la crisi.
Ma siccome quest'anno pare veramente che le canzoni siano meglio del resto, comincio subitissimo!
Giusy Ferreri - Il mare immenso
Look strepitoso, tanto da esclamare "Ah, finalmente una che non s'è rifatta le tette!". Canzone di Bungaro, che ho immaginato magicamente cantata da Patty Pravo per riuscire a farmela piacere.
Probabilmente aveva problemi con le regolazioni del microfono: o non si sentiva nulla o sembrava che l'avesse ingoiato. Ah, dite che era realmente così? CATTIVI!
Voto: 7 per la canzone, 4 per l'interpretazione (eh, il pregiudizio).
Luca Barbarossa e Raquel del Rosario - Fino in fondo
Bella canzone, orecchiabile, sentimentale, tipicamente sanremese. La voce di lui è sempre in forma e quella della signora Alonso è una bella scoperta. Non mi piacciono insieme, non si amalgamano bene.
Voto: 7.
(Ore 22.14... eccole. Beh, sono proprio splendide! Due vestiti di gran classe e look sopraffino. Sono simpatiche come dei ricci nelle mutande, ma per la situazione può andar già bene: sempre meglio di Morandi!)
Anna Tatangelo - Bastardo
No, vestita così non si può vedere. Immagino già la sua creatura "ma è la mamma quella?"... E la canzone è un po' meno d'alessiana del solito, complice un'overdose di violini nell'arrangiamento. Quasi ascoltabile.
Voto: 5.
Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore
Non dico un capolavoro, ma un testo ben fatto e una melodia semplice e d'impatto. Il Professore non si smentisce. Devo solo scoprire a che brano somiglia, ma per far questo ho bisogno di risentirla.
Voto: 8.
La Crus - Io confesso
E pensare che questa canzone fu presentata l'anno scorso a Sanremo da Giusy Ferreri ma poi decise di non cantarla più (Fonte: TV Sorrisi e Canzoni). Io l'avrei preso come un segno divino. Pretenziosa, troppo! Sembra dire "noi semo bbbravi e voi nun sete...".
Voto: 5.
Max Pezzali - Il mio secondo tempo
Uguale a se stesso da sempre, nel look, nella vocalità, nella melodia... Evitabile.
Voto: 4.5.
Davide Van de Sfroos - Yanez
Ritmicamente soddisfacente, la tromba è BELLA! La melodia è piaaaaaaaaaatta, e grazie al testo ho capito più o meno tutto quello che diceva (mi che sun terùn).
Voto: 6, per il coraggio.
Che hanno fatto a Luca e Paolo, li hanno drogati? Il guinzaglio è corto? Ora entrano e vediamo...
...ecco, meglio che non entravano. Il duetto Silvio-Gianfranco era terribile. Più che scontato e più che inadeguato all'occasione. Tra l'altro, su una canzone di Morandi... Che originalità!
Anna Oxa - La mia anima d'uomo
Ahò, a me me piace! Energica, da brividi, armonicamente interessante, melodicamente raffinata. Il look è come al solito sorprendente: quei capelli, quei capelli! E i pantaloni pelosi?!
Voto: 8, niente di meno.
Tricarico - Tre colori
Cazzo! Il fagotto! IL FAGOTTO! Che goduria! Solo per quello merita 10! E Mesolella? Parliamone pure!
Che bella canzone sognante e delicata, su un argomento attuale e controverso, e un arrangiamento da brividi. Forse non è propriamente sanremese, ma se non ci scolliamo dai cliché, il Festival sarà sempre la solita boiata. E invece no! BRAVO TRICARICO!
Voto: 8.5.
Morandi... Morandi... che noia! Che barba! CHE NOIA!
Emma Marrone e i Modà - Arriverà
Io i Modà non li perdono per quella estrema porcheria neomelodica chiamata "La notte".
Il brano è in stile Negramaro, un po' meno beat, un po' più raffinata... Però non è male, forse un po' gridazzata, ecco.
Voto: 6.5, ma mi vergogno.
Devo dire che il livello delle canzoni di quest'anno è nettamente superiore rispetto agli altri anni. Meno gossip sui cantanti e più musica. Mi piace! Peccato per Morandi, troppo troppo troppo lento.
La regia è misurata, senza colpi di testa. E i nuovi abiti delle due gno... ehm... vallette sono strepitosi, ma quelle anche con due stracci addosso...
Ottima la scelta di fare a meno della scala e cattiva quella di fare a meno dei fiori.
Luca Madonia e Franco Battiato - L'alieno
Catania forever. Il synth tipico di Battiato fa sempre un certo effetto e la canzone è orecchiabile, con un arrangiamento mirabile. Vedere Madonia e sapere che ora ha più di cinquant'anni, mi fa sentire decisamente vecchio, visto che lo ricordo coi Denovo come se fosse ieri.
Voto: 7.5.
Patty Pravo e il suo nido di rondini in testa - Il vento e le rose
Una signora ultrasessantenne che litiga con la tonalità della canzone (pur lineare, per non dire banale). Ecco, tutto ciò non rende merito alla storia dell'artista Patty Pravo. Perché costringerci?
Voto: 3.5.
Belen e il tango. Non male, un po' rigidina ma va. Ora facciamo recitare la Canalis.
Nathalie - Vivo sospesa
Sembra sospesa sull'intonazione giusta come un bruco di processionaria su un cavo elettrico: comunque vada, qualcuno si fa male. L'unica cosa che mi piace è l'ostinato di rullante.
Voto: 4.
La cosa di cui non riesco a capacitarmi è PERCHE' c'è un brano per ciascun ingresso degli artisti. C'è qualche collegamento? Mah...
E dulcis in findus, Albano, accolto con "ennonhoamatomai lllllavita..." eseguito al theremin. A volte ritornano. Cioè sempre.
Albano - Amanda è libera
Se non fosse starnazz... ehm... cantata da Albano, la canzone sarebbe perfino decente. E il ritornello sembra la copia di una copia: ricorda molto "Nel perdono", che a sua volta ricordava "Hymn" degli Ultravox. Non capisco l'intermezzo mediorientaleggiante. Mah.
Voto: 6 per la canzone, 3 per l'interpretazione.
Pronostico: eliminati Oxa e La Crus. Per me potrebbero andar via Patty Pravo e Nathalie.
febbraio 14, 2011
febbraio 14, 2011
(COGLIONE!)
Non sei riuscito a concludere nulla
non sei riuscito a farti rispettare
non sei riuscito a non fare cazzate
non ci sei riuscito!
Non sei riuscito mai a cambiare
non sei riuscito a non vomitare
non sei riuscito perché non ti applichi
non sei riuscito a finire gli studi
non sei riuscito a diventare qualcuno
non ci sei riuscito!
Non sei riuscito a cogliere l'occasione
non sei riuscito a svoltare
non sei riuscito a farmi stare meglio
non ci sei riuscito!
Non sei riuscito a fare come tutti gli altri
non sei riuscito a darci un taglio
non sei riuscito ad essere puntuale
non sei riuscito a farmi venire
non ci sei riuscito!
BASTARDO!
Non sei riuscito a concludere nulla
non sei riuscito a farti rispettare
non sei riuscito a non fare cazzate
non ci sei riuscito!
Non sei riuscito mai a cambiare
non sei riuscito a non vomitare
non sei riuscito perché non ti applichi
non sei riuscito a finire gli studi
non sei riuscito a diventare qualcuno
non ci sei riuscito!
Non sei riuscito a cogliere l'occasione
non sei riuscito a svoltare
non sei riuscito a farmi stare meglio
non ci sei riuscito!
Non sei riuscito a fare come tutti gli altri
non sei riuscito a darci un taglio
non sei riuscito ad essere puntuale
non sei riuscito a farmi venire
non ci sei riuscito!
BASTARDO!
febbraio 13, 2011
febbraio 13, 2011
Istrice
La più bella canzone in assoluto dei Subsonica. Video più che inquietante, per me che sono molto impressionabile, ma riconosco che la fotografia è spettacolare.
Godetene tutti!
La più bella canzone in assoluto dei Subsonica. Video più che inquietante, per me che sono molto impressionabile, ma riconosco che la fotografia è spettacolare.
Godetene tutti!
L'elefante (AKA Conferme)
Stasera ho capito perché ho buttato nel cesso quindici anni di amicizia con una persona: non è più quello che ho conosciuto.
Certo, in quindici anni si cambia, e fesso è chi non lo fa; pure io mi sono rivoltato come un calzino più volte, con risultati alterni, e nel complesso credo di essere un uomo migliore di allora.
Però non posso tollerare che la persona sensibile ed attenta che conoscevo si sia trasformata in un elefante che travolge tutto e tutti, sorvolando sui problemi dei suoi amici, "steccando" così clamorosamente gli interventi e facendosi le seghe sulla sua stessa curiosità culturale.
Ho sofferto molto, moltissimo per la perdita. Ma ora ho la certezza di aver smesso.
Stasera ho capito perché ho buttato nel cesso quindici anni di amicizia con una persona: non è più quello che ho conosciuto.
Certo, in quindici anni si cambia, e fesso è chi non lo fa; pure io mi sono rivoltato come un calzino più volte, con risultati alterni, e nel complesso credo di essere un uomo migliore di allora.
Però non posso tollerare che la persona sensibile ed attenta che conoscevo si sia trasformata in un elefante che travolge tutto e tutti, sorvolando sui problemi dei suoi amici, "steccando" così clamorosamente gli interventi e facendosi le seghe sulla sua stessa curiosità culturale.
Ho sofferto molto, moltissimo per la perdita. Ma ora ho la certezza di aver smesso.
febbraio 12, 2011
febbraio 12, 2011
febbraio 08, 2011
febbraio 08, 2011
Un doppio salto negli Anni Ottanta
1- Esterno notte. Sono le 22 e c'è una ragazza che cammina a passo spedito sul marciapiede di fronte, con una busta dell'immondizia. In senso opposto arriva un 30-35enne vestito tutto di nero.
Lui si ferma davanti a lei: "Ci possiamo conoscere?"
Lei: "No."
Lui: "Ma nemmeno un bacetto?"
Lei: "Ma vallo a dare a quelli di casa tua!" e si allontana verso i bidoni.
Non accorgendosi che ne ha appena incontrato uno.
2- Esterno notte. Tornando dal consueto giro notturno, alle 2 di notte mi fermo davanti ad un distributore automatico di sigarette. Arrivo e trovo un ometto lercio e riccio di età non quantificabile (27 o anche 40 anni) in apparente stato confusionale, che armeggia con la macchinetta. Manca poco che la prende a calci, e allora gli consiglio di riinserire la scheda e di ricominciare l'operazione. "MA LEI HA I SOLDI MIEI!". Ecco, in quel momento preciso, una zaffata di fiatella all'alcool investe il mio viso. Un'altra alitata e mi sarei ubriacato!
Mi tengo a distanza, gli indico le operazioni da fare e... no... attacca bottone! "Sai, la macchinetta non funziona, i soldi finiscono dentro al tabbacchino, I SOLDI MIEI, capito? e non ti dà nemmeno lo scontrino" nel frattempo io compro le mie sigarette in maniera MOLTO veloce "sono andato dal tipo e l'ho gridato perché c'erano dentro al negozio LE MIE DUE EURO, ho sentito il rumore tic tic tic che rotolavano dentro e..." (tutto il discorso per due o tre volte in maniera sempre più dettagliata, fiatella inclusa: m'è sembrato di sentire anche un retrogusto di cotechino e lenticchie di capodanno)
"Scusami"
"Eh..."
"Devo andare a dormire, è molto tardi"
"Pure io"
"Ciao"
"Eh, sta macchinetta puttana, mi sentirà"
Eh, anch'io ne ho incontrato uno.
1- Esterno notte. Sono le 22 e c'è una ragazza che cammina a passo spedito sul marciapiede di fronte, con una busta dell'immondizia. In senso opposto arriva un 30-35enne vestito tutto di nero.
Lui si ferma davanti a lei: "Ci possiamo conoscere?"
Lei: "No."
Lui: "Ma nemmeno un bacetto?"
Lei: "Ma vallo a dare a quelli di casa tua!" e si allontana verso i bidoni.
Non accorgendosi che ne ha appena incontrato uno.
2- Esterno notte. Tornando dal consueto giro notturno, alle 2 di notte mi fermo davanti ad un distributore automatico di sigarette. Arrivo e trovo un ometto lercio e riccio di età non quantificabile (27 o anche 40 anni) in apparente stato confusionale, che armeggia con la macchinetta. Manca poco che la prende a calci, e allora gli consiglio di riinserire la scheda e di ricominciare l'operazione. "MA LEI HA I SOLDI MIEI!". Ecco, in quel momento preciso, una zaffata di fiatella all'alcool investe il mio viso. Un'altra alitata e mi sarei ubriacato!
Mi tengo a distanza, gli indico le operazioni da fare e... no... attacca bottone! "Sai, la macchinetta non funziona, i soldi finiscono dentro al tabbacchino, I SOLDI MIEI, capito? e non ti dà nemmeno lo scontrino" nel frattempo io compro le mie sigarette in maniera MOLTO veloce "sono andato dal tipo e l'ho gridato perché c'erano dentro al negozio LE MIE DUE EURO, ho sentito il rumore tic tic tic che rotolavano dentro e..." (tutto il discorso per due o tre volte in maniera sempre più dettagliata, fiatella inclusa: m'è sembrato di sentire anche un retrogusto di cotechino e lenticchie di capodanno)
"Scusami"
"Eh..."
"Devo andare a dormire, è molto tardi"
"Pure io"
"Ciao"
"Eh, sta macchinetta puttana, mi sentirà"
Eh, anch'io ne ho incontrato uno.
febbraio 05, 2011
febbraio 05, 2011
Ritualità/1
Stai lavorando. Il programma che stai creando ha tutta l’aria che funzionerà, è da stamattina che ci lavori e hai gli occhi a palla. Sei riuscito dopo una lunga trattativa a convincere il cliente che stai servendo, il quale perciò comprerà questa splendida lucidissima auto full optional da ottantamila euro. Guardi l’orologio, sono le 12.34. Stranamente oggi il soffitto ti sembra grigio invece che bianco, e anche il monitor sembra più scuro. Controlli la luminosità e il contrasto dello schermo. Inviti il cliente alla scrivania per i dettagli del contratto, i sorrisi si sprecano. Accanto c’è un panificio che spande l’odore all’interno della tua stanza, del tuo locale… odore di focaccia calda. No, il monitor non va bene, sembra sempre troppo chiaro o troppo scuro. E scruti l’albero di fronte, che ha perso quasi del tutto le foglie: quest’autunno è veramente più caldo del normale. Lui vuol far trasferire l’auto a Bari, lontana decine di chilometri da qui, e ti chiedi perché non può farlo da solo. Guardi l’orologio, sono le 12.46. Trovi carina la tipa del palazzo di fronte, ma non come quella del terzo piano, s’intende. Chiami il call center perché ti dicano loro come fare, o se magari a Bari c’è un’auto identica a questa. Guardi l’orologio, sono le 12.52. L’orologio del PC non è sincronizzato con quello al polso, ci metti pochissimo a cambiare l’orologio di sistema. Però anche il desktop ha bisogno di una sistemata. La sede centrale ti dice di chiamare la concessionaria di Bari. Guardi l’orologio - che profumo! - sono le 12.57. Salvi il file, controlli se i download proseguono, chiudi la porta e scendi al panificio. Fingi di chiamare Bari e rimandi a casa il cliente. L’appuntamento slitta al pomeriggio. Quindi abbassi la saracinesca ed esci a prendere un po’ di focaccia.
Guardi l’orologio, sono le 13.01. “Buongiorno, mi dà mezza ruota di focaccia?” “Per me l’altra metà, grazie.”
Ritualità/2
Ah, questa chiacchierata ti piace proprio: da troppo tempo non parlavi così a lungo con un amico che sa ascoltare le tue paranoie, i tuoi sfoghi e che sa ridere con te! Guardi l’orologio, sono le 2.13. Ti rimetti il giubbotto in fretta e furia, saluti l’amico e torni a casa.
Ritualità/3
Giusto alla fine del film doveva scapparti?
Stai lavorando. Il programma che stai creando ha tutta l’aria che funzionerà, è da stamattina che ci lavori e hai gli occhi a palla. Sei riuscito dopo una lunga trattativa a convincere il cliente che stai servendo, il quale perciò comprerà questa splendida lucidissima auto full optional da ottantamila euro. Guardi l’orologio, sono le 12.34. Stranamente oggi il soffitto ti sembra grigio invece che bianco, e anche il monitor sembra più scuro. Controlli la luminosità e il contrasto dello schermo. Inviti il cliente alla scrivania per i dettagli del contratto, i sorrisi si sprecano. Accanto c’è un panificio che spande l’odore all’interno della tua stanza, del tuo locale… odore di focaccia calda. No, il monitor non va bene, sembra sempre troppo chiaro o troppo scuro. E scruti l’albero di fronte, che ha perso quasi del tutto le foglie: quest’autunno è veramente più caldo del normale. Lui vuol far trasferire l’auto a Bari, lontana decine di chilometri da qui, e ti chiedi perché non può farlo da solo. Guardi l’orologio, sono le 12.46. Trovi carina la tipa del palazzo di fronte, ma non come quella del terzo piano, s’intende. Chiami il call center perché ti dicano loro come fare, o se magari a Bari c’è un’auto identica a questa. Guardi l’orologio, sono le 12.52. L’orologio del PC non è sincronizzato con quello al polso, ci metti pochissimo a cambiare l’orologio di sistema. Però anche il desktop ha bisogno di una sistemata. La sede centrale ti dice di chiamare la concessionaria di Bari. Guardi l’orologio - che profumo! - sono le 12.57. Salvi il file, controlli se i download proseguono, chiudi la porta e scendi al panificio. Fingi di chiamare Bari e rimandi a casa il cliente. L’appuntamento slitta al pomeriggio. Quindi abbassi la saracinesca ed esci a prendere un po’ di focaccia.
Guardi l’orologio, sono le 13.01. “Buongiorno, mi dà mezza ruota di focaccia?” “Per me l’altra metà, grazie.”
Ritualità/2
Ah, questa chiacchierata ti piace proprio: da troppo tempo non parlavi così a lungo con un amico che sa ascoltare le tue paranoie, i tuoi sfoghi e che sa ridere con te! Guardi l’orologio, sono le 2.13. Ti rimetti il giubbotto in fretta e furia, saluti l’amico e torni a casa.
Ritualità/3
Giusto alla fine del film doveva scapparti?
febbraio 03, 2011
febbraio 03, 2011
Il Diamante
Mercoledì 26 gennaio 2011, finalmente la partenza per Genova. Una partenza tanto attesa, tanto desiderata, da anni.
Il volo mi lascia un po' sconvolto. Il Boeing 737 Ryanair è stretto come un pollaio a batteria: mi ritrovo sull'ala, con le ginocchia in bocca, il giubbotto troppo ingombrante tra le braccia e fa caldo oltre misura. Mentre sotto di noi l'Italia è completamente ricoperta di nuvole e neve. Hostess e steward condannati a vagare nei corridoi cercando di piazzarti snack improponibili a prezzi da strozzo, profumi, gratta e vinci, orologi, gadget... E alla fine, un ORRENDO jingle che annuncia l'atterraggio riuscito, con l'immancabile applauso pecoreccio. Cominciamo bene, penso.
Appena fuori dall'aeroporto, incontro dal vivo per la prima volta il mio ineffabile amico di sempre. Non so cosa pensare, tranne "ommioddio in che mani mi sono messo". :D
Non sapevo però che la prova più grande doveva arrivare di lì a pochi minuti...
Il bed & breakfast (ma sarebbe meglio definirlo "bad & coffee")
Una stanzetta-cubicolo in un gigantesco appartamento in centrolevante, abitato da una donna, sua madre e due cagnetti bercianti.
La proprietaria cerca di proporre un'amicizia tra me e i cani. Rifiutata prontamente! In subordine, per rendersi simpatica, mi propone di rispondere alle domande di "Chi vuol essere milionario". Cedo per qualche minuto, ma mi rendo conto che potrebbe essere la mia fine. Via, subito in stanza! E al diavolo i cagnetti molesti!
L'anziana sorride con gli occhi stretti e con la fissità tipica di un mix fatto da demenza fronto-temporale, ipoacusia e dentiera di Michele Cucuzza*. Da sognarla di notte, credetemi!
E non sarebbe nemmeno l'incubo peggiore, in un appartamento dove il pavimento non vede uno straccio dal 1978, i nemici dell'igiene sono grandi come funghi porcini e i ragni nel bagno ti aprono perfino il rubinetto dell'acqua calda! Al prezzo di 30€ al giorno, quindi, col posto letto, ho ricevuto anche il caffè e due biscotti ogni mattino e la possibilità concreta di contrarre la legionella. Un affare, un affarone!
Genova è meravigliosa, un po' cupa e gelida per tre giorni su cinque, ma quando il cielo decide di illuminare i suoi tesori, allora riesci a vivere come un genovese, sospeso tra monti e mare, tra incantevoli palazzoni liberty e vicoli incorniciati da case scrostate. La sua storia è talmente grandiosa che tornarvi dopo quasi tredici anni è stato come averla lasciata l'altro ieri.
E ai giri con l'amico fraterno si alternano le cene con una coppia di amici (più bimba) della mia città, ormai lì da anni. E quindi Quarto, Boccadasse, Foce, il parco Govi, il Belvedere, la Fiumara, Sampierdarena, Recco, il Porto Antico, il museo del Risorgimento con una delle quattro versioni del celeberrimo "Bacio" di Francesco Hayez... tanti brividi uno dopo l'altro.
E poi Torino. Fino al giorno prima ero assolutamente incerto se andarci... proprio perché avevo attraversato la manifestazione della FIOM-CGIL [io fotografavo tranquillo i telamoni di un palazzo liberty, mi affiancano minacciosi due camalli stagionati e mi fanno "EH NO, NON E' IL CASO!" e io "Eh, scusate, figuriamoci", riponendo la fotocamera diligentemente... O_o] e non sapevo quale fossero gli sviluppi. Non solo, ma c'era anche il pericolo neve! Infine, sabato 29 mi sveglio alle 7, mi lancio a Brignole alle 7.40 senza sapere gli orari, o la va o la spacca! Compro i biglietti A/R per Torino, partenza alle 8.20. Salgo sul treno, mi accomodo e... il treno PARTE alle 8.10!!! AIUTO! DOVE VA? Lo chiedo al controllore che fortunatamente è salito dietro di me... "Va a Milano!". EH? A MILANO? MA IO DEVO ANDARE A TORINO! "Scenda a Principe e prenda il treno dopo". Minchia che spavento. Così faccio, e alla fine arrivo a Porta Nuova, accolto da timidi fiocchi di neve.
Torino è maestosa, enorme, un po' malinconica direi. Beh, non c'è il mare. Non ci potrei mai vivere. Ma è una delle mie dimensioni ideali.
La Mole e l'ascensore panoramico... che figata MOSTRUOSA! Il Museo Egizio, un sogno da quand'ero bambino! Casasonica, il più recente dei miei sogni musicali! Il Po, e un germano reale che vi sguazza!
Dopo sei chilometri a piedi in giro per il centro, torno a Genova FE LI CE!
Infine, una dedica. Al mio grande amico e fratello che mi ha ospitato e sopportato in questi giorni splendidi, al Diamante che gioca a fare il pezzetto di roccia. Grazie per avermi accompagnato, per aver spuntato alcuni aculei e grazie per non aver rinunciato all'irrinunciabile.
Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.
* Da "Il mondo di Quark" (leggerlo con il sottofondo dell'Aria sulla quarta corda di Bach): uno degli effetti della demenza fronto-temporale è la perdita del senso del pudore, la disinibizione. Quindi il sorriso della vecchietta era fisso e cupido al punto che non sapevo se voleva mettersi nuda, se non mi capiva o se aveva la dentiera incastrata.
Mercoledì 26 gennaio 2011, finalmente la partenza per Genova. Una partenza tanto attesa, tanto desiderata, da anni.
Il volo mi lascia un po' sconvolto. Il Boeing 737 Ryanair è stretto come un pollaio a batteria: mi ritrovo sull'ala, con le ginocchia in bocca, il giubbotto troppo ingombrante tra le braccia e fa caldo oltre misura. Mentre sotto di noi l'Italia è completamente ricoperta di nuvole e neve. Hostess e steward condannati a vagare nei corridoi cercando di piazzarti snack improponibili a prezzi da strozzo, profumi, gratta e vinci, orologi, gadget... E alla fine, un ORRENDO jingle che annuncia l'atterraggio riuscito, con l'immancabile applauso pecoreccio. Cominciamo bene, penso.
Appena fuori dall'aeroporto, incontro dal vivo per la prima volta il mio ineffabile amico di sempre. Non so cosa pensare, tranne "ommioddio in che mani mi sono messo". :D
Non sapevo però che la prova più grande doveva arrivare di lì a pochi minuti...
Il bed & breakfast (ma sarebbe meglio definirlo "bad & coffee")
Una stanzetta-cubicolo in un gigantesco appartamento in centrolevante, abitato da una donna, sua madre e due cagnetti bercianti.
La proprietaria cerca di proporre un'amicizia tra me e i cani. Rifiutata prontamente! In subordine, per rendersi simpatica, mi propone di rispondere alle domande di "Chi vuol essere milionario". Cedo per qualche minuto, ma mi rendo conto che potrebbe essere la mia fine. Via, subito in stanza! E al diavolo i cagnetti molesti!
L'anziana sorride con gli occhi stretti e con la fissità tipica di un mix fatto da demenza fronto-temporale, ipoacusia e dentiera di Michele Cucuzza*. Da sognarla di notte, credetemi!
E non sarebbe nemmeno l'incubo peggiore, in un appartamento dove il pavimento non vede uno straccio dal 1978, i nemici dell'igiene sono grandi come funghi porcini e i ragni nel bagno ti aprono perfino il rubinetto dell'acqua calda! Al prezzo di 30€ al giorno, quindi, col posto letto, ho ricevuto anche il caffè e due biscotti ogni mattino e la possibilità concreta di contrarre la legionella. Un affare, un affarone!
Genova è meravigliosa, un po' cupa e gelida per tre giorni su cinque, ma quando il cielo decide di illuminare i suoi tesori, allora riesci a vivere come un genovese, sospeso tra monti e mare, tra incantevoli palazzoni liberty e vicoli incorniciati da case scrostate. La sua storia è talmente grandiosa che tornarvi dopo quasi tredici anni è stato come averla lasciata l'altro ieri.
E ai giri con l'amico fraterno si alternano le cene con una coppia di amici (più bimba) della mia città, ormai lì da anni. E quindi Quarto, Boccadasse, Foce, il parco Govi, il Belvedere, la Fiumara, Sampierdarena, Recco, il Porto Antico, il museo del Risorgimento con una delle quattro versioni del celeberrimo "Bacio" di Francesco Hayez... tanti brividi uno dopo l'altro.
E poi Torino. Fino al giorno prima ero assolutamente incerto se andarci... proprio perché avevo attraversato la manifestazione della FIOM-CGIL [io fotografavo tranquillo i telamoni di un palazzo liberty, mi affiancano minacciosi due camalli stagionati e mi fanno "EH NO, NON E' IL CASO!" e io "Eh, scusate, figuriamoci", riponendo la fotocamera diligentemente... O_o] e non sapevo quale fossero gli sviluppi. Non solo, ma c'era anche il pericolo neve! Infine, sabato 29 mi sveglio alle 7, mi lancio a Brignole alle 7.40 senza sapere gli orari, o la va o la spacca! Compro i biglietti A/R per Torino, partenza alle 8.20. Salgo sul treno, mi accomodo e... il treno PARTE alle 8.10!!! AIUTO! DOVE VA? Lo chiedo al controllore che fortunatamente è salito dietro di me... "Va a Milano!". EH? A MILANO? MA IO DEVO ANDARE A TORINO! "Scenda a Principe e prenda il treno dopo". Minchia che spavento. Così faccio, e alla fine arrivo a Porta Nuova, accolto da timidi fiocchi di neve.
Torino è maestosa, enorme, un po' malinconica direi. Beh, non c'è il mare. Non ci potrei mai vivere. Ma è una delle mie dimensioni ideali.
La Mole e l'ascensore panoramico... che figata MOSTRUOSA! Il Museo Egizio, un sogno da quand'ero bambino! Casasonica, il più recente dei miei sogni musicali! Il Po, e un germano reale che vi sguazza!
Dopo sei chilometri a piedi in giro per il centro, torno a Genova FE LI CE!
Infine, una dedica. Al mio grande amico e fratello che mi ha ospitato e sopportato in questi giorni splendidi, al Diamante che gioca a fare il pezzetto di roccia. Grazie per avermi accompagnato, per aver spuntato alcuni aculei e grazie per non aver rinunciato all'irrinunciabile.
Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.
* Da "Il mondo di Quark" (leggerlo con il sottofondo dell'Aria sulla quarta corda di Bach): uno degli effetti della demenza fronto-temporale è la perdita del senso del pudore, la disinibizione. Quindi il sorriso della vecchietta era fisso e cupido al punto che non sapevo se voleva mettersi nuda, se non mi capiva o se aveva la dentiera incastrata.
febbraio 02, 2011
febbraio 02, 2011