C’era uno scarafaggio fortunato
Gli andava dritta qualsivoglia cosa
E gli animali del suo vicinato
Dicevan: “Che fortuna favolosa!”

Aveva una corazza luccicante
Zampe forti, mandibole accurate
“Che sogno poter esserne l’amante”
Cantavan le blattine innamorate.

Se si doveva far la nuova tana
Trovava fango di prima qualità
Come porta una buccia di banana
Per dare un tocco esotico e charmant.

Quando cercava il cibo, manco a dirlo
Eran le prede a correre da lui
Niente sembrava in grado di stupirlo
Non esistevan giorni grigi e bui.

Le mosche ne apprezzavano il talento
Nel reperire merde di stagione
Le farfalle pensavan “Che portento!
Che lunga vita fa quel bagarone!”

Ma un giorno, con violenza inaspettata,
Un incidente ne causò la morte
Finì sotto una suola rinforzata
Cessò di colpo la sua buona sorte.

Qualcuno rise per la dipartita
Qualcuno ironizzò sulla corazza
Che non bastò a salvare la sua vita
“Pur luccicante non servì a una mazza”.

Nessuno spese lacrime sincere
Nessuno gli lasciò pensieri buoni
Perché l’altrui fortuna fa piacere
Ma quando è troppa girano i coglioni.

da (Ceci n'est pas) "La pipa di Magritte"