Nessun pesce d'aprile... è tutto vero!

Scena: una regione italiana; Roma.
Personaggi: un ministro della repubblica già governatore di regione sconfitto; un governatore di regione; un avversario del governatore; il presidente del consiglio; l'intera classe dirigente del partito del presidente del consiglio.

Poniamo che il ministro ce l'abbia a morte con il governatore di regione, poiché cinque anni fa lo scalzò alla guida della sua regione.
Poniamo che quindi detto ministro scelga motu proprio un avversario per il governatore, che punti su di lui come un cavallo di razza.
Poniamo che nessuno crede che questa mossa sia efficace, tanto che la candidatura di questo avversario rimane in bilico per giorni.
E immaginiamo infine che le cose si ricompongano e che quindi si vada al voto regolarmente.
Il governatore si riconferma tale, mentre l'avversario viene sconfitto.

Nel Paese ideale, il ministro della repubblica si dimetterebbe dopo aver ammesso il fallimento, andando a condurre un agriturismo nel più bel posto del Paese in questione, praticamente a casa sua.

Nel Paese reale, succede proprio così, e per un attimo ci siam tutti sentiti meglio, più liberi, leggeri, senza la Nemesi che soffia sul nostro cozzetto.

Poi arriva una Voce dall'alto. Il presidente del consiglio dice che la sconfitta in quella regione è colpa dell'intera classe dirigente del partito (forse dimenticando che è il SUO partito). Quindi, invece che farli dimettere tutti e mandarli a scavar sale e/o zolfo nelle italiche miniere, rifiuta le dimissioni del ministro e lo reintegra nel consiglio.

Sipario. Segue spettacolo di burattini.



No, non è un pesce d'aprile. Vi assicuro che è tutto vero.