Ci sono un carabiniere, un poliziotto e un vigile urbano... No, non è una barzelletta: è proprio così, camminano affiancati sul lungomare!
Poi vedi tre ragazzine magre come quadri di Modigliani vestite con dei coriandoli...
E l'unica famosa discoteca dove non si balla ha l'ingresso a liste...
Ragazze coi vestiti talmente lunghi che devono reggerseli con una mano per non inciampare...
Il sosia di Raz Degan ai tempi d'oro...
Mai fidarsi di un calabrese quando ti dice "poco piccante" o "poco alcoolico". O non c'è, o è da risarcimento danni...
Solo il 10% scarso della gente parla in italiano: il resto usa sfumature di catanzarese.
Ma posso farla, io, 'sta vita?
luglio 13, 2014
luglio 13, 2014
giugno 14, 2014
giugno 14, 2014
Bau?
Dopo più di quindici anni trascorsi a fare il cane del signor Tentenna, ancora non ho capito un cazzo di quanto è misera la (mia) vita.
Auguri, eh!
Auguri, eh!
giugno 11, 2014
giugno 11, 2014
Attenti (a) voi tre
Ci sono cose che non capisco. Tre uomini che potrebbero spaccare il mondo.
Uno è in profonda depressione. Un diamante puro, con gli occhi tristi e la faccia da ragazzino, costretto a vivere da fondo di bottiglia.
L'altro è una forza della natura, lo sport duro è il suo pane quotidiano, la sua figura sovrasta ed abbonda. Lo senti parlare e tartaglia, s'inceppa, sembra in perenne conflitto con la realtà.
Infine colui che potrebbe fare tutto e riuscirci, che ha provato tutto e ha scelto di vivere con dignità. Entri all'improvviso dentro un puzzle scombinato, nel quale ci sono tutti i colori ma alla fine sembra grigio.
Ragazzi miei, cosa vi hanno fatto? Chi è stato? Il mondo potrebbe essere vostro ma non lo sapete.
Aquile che si credono polli. È ora di volare!
Uno è in profonda depressione. Un diamante puro, con gli occhi tristi e la faccia da ragazzino, costretto a vivere da fondo di bottiglia.
L'altro è una forza della natura, lo sport duro è il suo pane quotidiano, la sua figura sovrasta ed abbonda. Lo senti parlare e tartaglia, s'inceppa, sembra in perenne conflitto con la realtà.
Infine colui che potrebbe fare tutto e riuscirci, che ha provato tutto e ha scelto di vivere con dignità. Entri all'improvviso dentro un puzzle scombinato, nel quale ci sono tutti i colori ma alla fine sembra grigio.
Ragazzi miei, cosa vi hanno fatto? Chi è stato? Il mondo potrebbe essere vostro ma non lo sapete.
Aquile che si credono polli. È ora di volare!
Il 7 giugno
Carmen e Tosca hanno compiuto un anno di vita in casa mia. Hanno affrontato tre viaggi di 450km per trascorrere le ferie con me, sono state sterilizzate, vaccinate, coccolate ed amate giorno per giorno.
Sono una mamma felicissima ed orgogliosa!
Sono una mamma felicissima ed orgogliosa!
giugno 02, 2014
giugno 02, 2014
maggio 12, 2014
maggio 12, 2014
Incontri che capitano
Capita, a volte (ma solo a volte), che gli incontri fatti durante il giorno siano così illuminanti da rendere più leggere quelle ore.
Capita, ad esempio, che un ragazzino che tenevo in classe alla scuola comunale - ormai venticinquenne - mi riconosca e mi saluti con affetto.
Capita che un tipo tanto bello da sembrare stupido mi chieda aiuto e poi mi si affezioni come farebbe con un vecchio amico.
Capita che incontri dei colleghi animatori e che, per prima cosa, mi sbattano in braccio il loro figlio primogenito finché loro non si sistemano in pizzeria.
Capita che, dopo numerosi tentativi infruttuosi, io riesca a contattare un conoscente dopo diversi mesi e che lui e la sua famiglia mi accolgano come uno di casa.
Capita che una mia corista mi abbracci forte e mi sbaciucchi dicendomi: "Quanto mi mancano quei bei tempi!".
Capita che molti miei clienti della mia vecchia zona mi ricordino con simpatia e mi salutino con slancio.
Istanti che val la pena vivere, che cancellano per qualche attimo l'illusione di questa vita inutile.
Il guaio è che durano troppo poco. E il guaio più grande è la costante tentazione di smettere di cercarli.
Capita, ad esempio, che un ragazzino che tenevo in classe alla scuola comunale - ormai venticinquenne - mi riconosca e mi saluti con affetto.
Capita che un tipo tanto bello da sembrare stupido mi chieda aiuto e poi mi si affezioni come farebbe con un vecchio amico.
Capita che incontri dei colleghi animatori e che, per prima cosa, mi sbattano in braccio il loro figlio primogenito finché loro non si sistemano in pizzeria.
Capita che, dopo numerosi tentativi infruttuosi, io riesca a contattare un conoscente dopo diversi mesi e che lui e la sua famiglia mi accolgano come uno di casa.
Capita che una mia corista mi abbracci forte e mi sbaciucchi dicendomi: "Quanto mi mancano quei bei tempi!".
Capita che molti miei clienti della mia vecchia zona mi ricordino con simpatia e mi salutino con slancio.
Istanti che val la pena vivere, che cancellano per qualche attimo l'illusione di questa vita inutile.
Il guaio è che durano troppo poco. E il guaio più grande è la costante tentazione di smettere di cercarli.
aprile 28, 2014
aprile 28, 2014
RABBIA!
Rabbia pura, distillato d'ira.
Nemmeno Lady Macbeth nel suo famoso
Venite o spiriti che presiedete i pensieri di morte.
Cancellate il mio sesso e riempitemi dalla corona ai piedi della più cieca crudeltà.
Fate denso il mio sangue.
Sbarrate la strada e il passaggio al rimorso, che nessun repentino riflusso di natura ostacoli il mio fermo proposito.
Venite dunque al mio seno di donna e succhiatene il latte in cambio di fiele, voi ministri del crimini, dovunque siate, invisibili forme al servizio della natura malvagia.
Vieni densa notte e ammantati del fumo più buio dell’inferno, che il mio aguzzo coltello non veda le ferite che infligge né il cielo possa sbirciare oltre la coltre nera e gridare “Ferma! Ferma!”
è così incazzata!
Odio l'umanità tutta! Alcune persone più di altre, ma tutte meritevoli di un calcio in culo senza passare dal via.
Mi dispiace per voi, per i miei venticinque amici (semicit.), ma non mi vedrete MAI PIU' come prima.
VAFFANCULO!
Nemmeno Lady Macbeth nel suo famoso
Venite o spiriti che presiedete i pensieri di morte.
Cancellate il mio sesso e riempitemi dalla corona ai piedi della più cieca crudeltà.
Fate denso il mio sangue.
Sbarrate la strada e il passaggio al rimorso, che nessun repentino riflusso di natura ostacoli il mio fermo proposito.
Venite dunque al mio seno di donna e succhiatene il latte in cambio di fiele, voi ministri del crimini, dovunque siate, invisibili forme al servizio della natura malvagia.
Vieni densa notte e ammantati del fumo più buio dell’inferno, che il mio aguzzo coltello non veda le ferite che infligge né il cielo possa sbirciare oltre la coltre nera e gridare “Ferma! Ferma!”
è così incazzata!
Odio l'umanità tutta! Alcune persone più di altre, ma tutte meritevoli di un calcio in culo senza passare dal via.
Mi dispiace per voi, per i miei venticinque amici (semicit.), ma non mi vedrete MAI PIU' come prima.
VAFFANCULO!
aprile 09, 2014
aprile 09, 2014
Miss Dieta di Ferro
M: - Mi rompo
R: - Pensavo volessi uscire per un aperitivo
M: - Ma guarda. Ame nn dispiacerebbe per niente
R: - Appunto
M: - Per l'aperitivo é un pocu prestu
R: - Però si può prendere altro.
M: - Non mi tirare in ballo birre che sono a dieta e nn sto mangiando una minchia
R: - Per me un gelato è un aperitivo, per te è la cena
M: - No manco: ieri per cena me so magnata un finocchio
R: - Allora io prendo un martini e tu mangi l'oliva
R: - Pensavo volessi uscire per un aperitivo
M: - Ma guarda. Ame nn dispiacerebbe per niente
R: - Appunto
M: - Per l'aperitivo é un pocu prestu
R: - Però si può prendere altro.
M: - Non mi tirare in ballo birre che sono a dieta e nn sto mangiando una minchia
R: - Per me un gelato è un aperitivo, per te è la cena
M: - No manco: ieri per cena me so magnata un finocchio
R: - Allora io prendo un martini e tu mangi l'oliva
marzo 31, 2014
marzo 31, 2014
Quotidianamente
Ma io non posso essere triste quasi ogni sera, sperduto in questa comunque splendida sequenza di massi appoggiati sul fondo del Mediterraneo.
Cioè, non voglio morire calabrese: non è il mio posto, non è la mia vita. E sebbene la vita sia solo un'illusione, per definizione, qui diventa in più desolazione.
Quasi quasi cambio il nome del blog.
Cioè, non voglio morire calabrese: non è il mio posto, non è la mia vita. E sebbene la vita sia solo un'illusione, per definizione, qui diventa in più desolazione.
Quasi quasi cambio il nome del blog.