agosto 06, 2003 agosto 06, 2003

Fatemi sapere che Santo è oggi, così raccolgo le firme per toglierlo dal calendario! UNA GIORNATACCIA!



Arrivo in ufficio in ritardo, secondo una consuetudine che sta prendendo piede mio malgrado. Sistemo tutto, con un po' di difficoltà, e ci chiamano per le raccomandate. Ne ho una che non so proprio dove buttare. Ne ho una ENORME che mi occupa quasi tutta la borsa! Ho anche un telegramma che non è della mia zona... forse.
Mi ricordo all'ultimo momento che devo fare il viaggetto, cioè spedire tramite furgone la posta già sulla zona (avete in mente quelle cassette rosse dove NON si imbucano le lettere? Ecco, quelle contengono sacchi di posta per i portalettere, preparati da noi stessi). E scappo via alle 10.20, orario record! Faccio benzina, mi reco in zona... faccio due chiacchiere con un amico di chat al quale ho consegnato la posta... e al marciapiede in via Danimarca 8 "salta" il cassettino anteriore della posta: un'esplosione di lettere, un fuoco d'artificio di carta colorata... e tutte per terra! DIECI portoni DIECI! Mi rifugio nel cortile, sotto le fresche frasche (ricordo a tutti coloro che si fossero messi in ascolto ora che qui c'erano circa 40°, con vento umido a regime di brezza) e aggiusto almeno le lettere per quel cortile.
Tre raccomandate in via Olanda. Ingenuamente penso tra me e me "Faccio solo queste e domani consegno le lettere". Mi hanno assalito, quasi mi volevano frugare nella borsa perché aspettavano le pensioni! Al che, all'insistenza di un vecchio gagliardamente rompicoglioni, ho risposto: "Lei non mi crede? Allora la cerchiamo insieme, ma poi finisce lei il mio giro, visto che sono in ritardo pazzesco!".
Via, sopra il ponte, sotto il ponte. Viaggetto: entro nel vinaio e il sacco NON C'E'! Il tizio dice di aver visto il furgone mettere il sacco nella cassetta. E IO NON HO LA CHIAVE, ce l'ha il titolare di zona, che è in ferie! Dopo aver maledetto il cosmo dall'Empireo alla Giudecca, mi dedico al telegramma misterioso e alle raccomandate. Telegramma niente perché, oltre a non essere della mia zona, l'indirizzo risulta essere... l'ufficio postale della zona nord!
Giù, sempre più giù... "penultima" strada: una signora aspetta una assicurata e crede di impressionarmi dicendo che ha chiamato in Posta lamentandosi per il ritardo immane. Io le dico con tranquillità e professionalità (infinitamente e comprensibilmente rotto di palle, poiché alle 14 sto lì ad attaccar bottone invece di stare in ufficio al fresco): "Chiami il mittente, chieda il codice dell'assicurata e lo indichi alla nostra agenzia. Il sistema di tracciabilità le permetterà di sapere dove si trova in quel momento il documento." (lo scrivo perché potrebbe servire a chiunque). La semino.
Torno in ufficio, sono costretto ad aspettare uno dei viaggettisti che mi dia la chiave. Arriva, parto, carico il sacco... mi ricordo che ho ancora il telegramma in sospeso (ma ora ho più tempo). Cerco tra i portoni della mia zona e trovo un parente del destinatario, che mi dice dove abita 'sta tizia. A domani, Angela Maria...
Rimetto tutto a giro in ufficio e la giornata di domani si prospetta ROVENTE, in tutti i sensi!



Ah... ho telefonato: domattina mi arriva la chiave del collega titolare e ho avuto delle dritte per sistemare quella raccomandata. Voi non sapete niente, eh?



Chiaro.



Who said - Planet Funk

Tutto in una notte...



Giorno. Sogno a colori. Sono alla posta centrale della mia città, dove realmente lavoro. Un collega mi chiede dove si trovi una strada, e io rispondo "Lì, dopo il ponte" "Ah, sì, ho capito" "Eh, dietro casa di mia zia" (ANCORA!!! Quella strada NON esiste in realtà e NON abita lì mia zia... ma che stracazzi di collegamenti fa la mia testolina???). Ci consegnano dei telegrammi e io e il mio collega partiamo. Dallo stradone che porta a destinazione vedo tra i palazzi diversi ciuffi di enormi palloncini colorati a forma di cuore. Ci perdiamo e cominciamo a girare per le viuzze della zona. Ci ritroviamo in una specie di cortile privato, che vedo da MOLTO in alto, in terra gialla, tipo ranch del far-west; intorno, una tettoia, una serie di barili, uno steccato in legno, una pompa a manovella per il pozzo, forse degli animali. Il collega però è più bravo di me con il motoposta, perciò lui attraversa facilmente il cortile e io no. Mi fermo davanti al cascinale, osservo dall'esterno... sembra tutto molto in disordine. Entro e mi accoglie una famiglia composta da: padre calvo, madre insipida, figlio bonazzo e maledetto tipo Beckam, col capello lunghetto, seduto davanti al PC, e un figlio piccolo (che non vedo). Il padre attacca bottone chiedendo "cosa fai nella vita?" (anche se ho il giubbottino da postino) e io rispondo "sono cantante lirico". Il figlio bono alza lo sguardo dal PC, si gira lentamente di tre quarti e col sopracciglio alzato in segno di evidente disprezzo, dice "Lo so benissimo, lo so benissimo". Esco dalla stanza: mi sento soffocare, in quella casa comincio a sentirmi a disagio, da lontano sento il figlio che canta "Ridi pagliaccio, col tuo amore infranto...". Esco, mi sento inseguito, anche se forse non è così... sento per la seconda volta il brano "Ridi pagliaccio...". Penso tra me e me "Formalmente ineccepibile, ma canta come Valeria Marini!".



Cambio.



Pomeriggio. Ed ecco Valeria Marini, sotto un porticato, in posa per un servizio fotografico. Ha degli infradito rossi, i talloni tutti screpolati e una faccia veramente straziata dalla stanchezza. Una tizia le dice "Scema, mettiti così", poi "Scema, ora così", "Scema, no, ho detto in questo modo" e intanto la poveretta borbotta sottovoce "Sìsì, scema... scema io!?". La tizia dice "Scema, togli le scarpe". Valeria dice "Ma sono scomodissime, fanno male... (finalmente!)". Le portano due vasche in pietra grigia scalpellata e grezza, grandi più o meno 80 x 40cm, profonde 20cm, e spesse 6-7cm che dovrebbe usare come scarpe!!! Metto i miei piedi dentro ma non riesco ovviamente a muovere nemmeno un passo. Le rifiuto e mi chiedo come possa fare a camminare con quelle cose assurde!!!



Cambio.



Notte, marciapiede opposto al porticato. Davanti a me una piazza circolare con le palme e una quantità enorme di auto scorre intorno alla rotonda con le palme. I fari delle macchine sembra che lascino la scia come nelle cartoline. Sento in lontananza la canzone "Lasciarsi un giorno a Roma" di Niccolò Fabi (una delle mie canzoni preferite in assoluto), e mi compaiono accanto due ragazzi, che detesto entrambi. Con uno non parlo più da anni, con l'altro c'è un tacito accordo di non-belligeranza. Provo disagio, rabbia, ma anche nostalgia. Cerco di salire in piedi su un cubo (un pacchetto che contiene non so cosa, di colore rosa) e su un flacone di schiuma da barba, bianco e celeste, un piede per parte. "Dai, su, vediamo se si può salire!". Metto il piede sul flacone e mi reggo solo su di esso, ma comincia a piegarsi dentro se stesso, e a perdere schiuma celeste da un punto. Lo lancio in strada con un calcio. Finisce sotto la prima macchina, rotola e va sotto la seconda, comincia a spruzzare... fino a che arriva la terza macchina (una Seicento nera) che lo fa esplodere, si riempie tutta la parte posteriore dell'auto di schiuma, l'asfalto è nero e celestino, ormai... e si sente una frenata rumorosissima, con rumori di rottami. Il giorno dopo ascolto il TG da un'altra stanza, dal quale mi aspetto la notizia dell'incidente della sera prima. Intanto mi preparo il racconto: con una piantina della zona sotto mano, faccio finta di descrivere al militare che mi interrogherà, mentendo sulla dinamica: "Guardi, io ho attraversato di qui, sulle strisce, mi è caduto il flacone e l'hanno preso sotto le macchine... Non può cadermi un flacone dalle mani???".



La sveglia... meno male, altrimenti finivo in carcere!



Chiaro.



Lasciarsi un giorno a Roma - Niccolò Fabi

agosto 05, 2003 agosto 05, 2003

Ah, manca il pezzo forte della festa: il regalo!
Un cofanetto (vuoto a rendere) contenente una confezione sottovuoto di noccioline americane (delle quali le festeggiate sono ghiottissime), una manciata di valve di vongole (!!!) e ciuffetti abbondanti di mar... ehm... BASILICO! Sì, era proprio basilico (anche se sembrava muschio sintetico per il presepe ).



Chiaro.



Sirtaki!

Festa molto più "alla mano" di quanto mi aspettassi, quella di ieri sera.



1) Datemi un mazzo di carte napoletane e vi faccio vedere quanto sono stregone...
2) Un bacio, tenero e generoso, sulle labbra, inaspettato, improvviso... Quella donna è uno schianto!
3) Un ragazzo e la sua fidanzata, veronesi, piacevolissime nuove conoscenze. Io e lui avevamo perfino lo stesso borsello Eastpak nuovo di zecca!



Cenerentola ha dovuto lasciare la festa subito dopo la mezzanotte perché Morfeo era ansioso di abbracciarla. Ciononostante, mi sono addormentato alle 2, dopo aver masterizzato un CD da spedire al mio anonimo P.referito... Infatti, supPoste Italiane dalle 9.05 di stamane hanno in consegna la busta gommata con il prezioso contenuto.



Chiaro.



Drowned world (Substitute for love) - Madonna

Volo via alla festa... see ya ^_^



Chiaro.



American life - Madonna

http://members.aol.com/ericblomqu/brownine.htm



Cercavo da tempo quel link. Sebbene non sia in grado di tradurre alla perfezione quei sonetti, ne percepisco l'estrema intensità poetica.



Sonetto XIV (da una traduzione scovata in giro nel tempo)



Se devi amarmi, per null'altro sia
se non che per amore.
Mai non dire: "L'amo per il suo sorriso,
per lo sguardo, la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno il giorno".
Queste son tutte cose che possono mutare, Amato,
in sé o per te, e un amore così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto: può scordare il pianto
chi ebbe a lungo il tuo conforto, e ne morrebbe amore.
Amami solo per amore: s'ama così per sempre,
per l'eternità.



Sonnets from the portuguese (1850) - Elizabeth Barrett Browning



Chiaro.



The heart asks pleasure first - Michael Nyman

There is delight in singing,
tho' none hear beside the singer;
and there is delight in praising,
tho' the praiser sit alone
and see the prais'd far off him,
far above.



Robert Browning - Walter Savage Landor (1775-1864)



Uno queriendo ser dos - Noa

agosto 04, 2003 agosto 04, 2003


  • Un animale: gatto




  • Un numero: 7




  • Un colore: blu elettrico




  • Uno sport: poker




  • Una materia scolastica: geometria, solida possibilmente




  • Un mestiere: cantante




  • Un luogo: El Son - Madrid




  • Un periodo storico: Antico Egitto




  • Un genere musicale: world music




  • Un film: L'avvocato del diavolo




  • Un regista: Zemeckis




  • Un attore: Keanu Reeves




  • Un personaggio dei cartoni animati: Lamu




  • Un oggetto: telefono




  • Un giorno della settimana: martedì




  • Un mese: luglio




  • Un indumento: boxer




  • Una pietra: quarzo




  • Un libro: La Storia - Elsa Morante




  • Un cibo: lasagne




  • Una bevanda: chinotto




  • Uno strumento musicale: arpa




  • Un frutto: banana




  • Un gelato: nocciola senza granella




  • Una festa: capodanno




  • Una nazione: Spagna




  • Una lingua: italiano




  • Un fiore: girasole




  • Un arredo: piante




  • Un gioiello: collana corta e sottilissima




  • Un personaggio delle fiabe: Anastasia e Genoveffa




  • Uno dei sette nani: brontolo




  • Un odore: l'aria dopo i fuochi d'artificio




  • Un rumore: le fusa della gattona




  • Una tecnologia: sms




  • Un soprammobile: maialini




  • Un fattore meteo: brezza marina

    Spudoratamente copiato da www.piccolopanzer.splinder.it

    Chiaro.

    Angel - Noa
  • Stasera seconda festa... non ci posso credere! Bella, improvvisata e in una villa da mille e una notte!
    Alcoolica e fumogena. Peccato che io sia quasi completamente astemio (tranne S. Birra, sempre sia lodata) e non abbia mai fumato una canna in vita mia... ma va bene così.



    Chiaro.



    Wrap it up with love - Noa