gennaio 21, 2004 gennaio 21, 2004

Ho la parte sinistra...

Ho la parte sinistra del collo bloccata, proprio sotto ai molari. Forse è una nevralgia, o un colpo d'aria (stamattina ho avuto la brillante idea di andare in giro senza sciarpa, ma faceva così caldo!), o i linfonodi che stanno impazzendo... Ho preso del paracetamolo; se domattina non sto meglio, vado dalla dottoressa.
gennaio 20, 2004 gennaio 20, 2004

Qui ho descritto uno...

Qui ho descritto uno dei miei primi incontri con l'"uomo dalle mille sorprese". Era una delle prime volte in cui parlavamo, e cominciò a stupirmi. Da allora non ha più smesso di farlo, nel bene e nel male.
Rimangono lì i suoi occhi azzurri-violacei, intensissimi, sempre tristi. Vorrei capirne il perché, è una cosa che mi fa penare.
gennaio 18, 2004 gennaio 18, 2004

Luned&igrave; 26 gennaio.<b...

Lunedì 26 gennaio.


Dovrebbero partire lunedì 26 gennaio.

Ad Admore, Oklahoma ...

Ad Admore, Oklahoma (USA), una recluta fu messa sotto inchiesta perchè diceva di chiamarsi Tonsillite Jackson e si credeva che scherzasse. Dimostrò di chiamarsi veramente così e si scoprì che i suoi tre fratelli avevano come nomi Otite, Appendicite e Laringite.





(Tratto da qui)
gennaio 17, 2004 gennaio 17, 2004

Ho chiesto all'inseg...

Ho chiesto all'insegnante "in seconda" di musicoterapia di abbozzare per me un progettino di laboratorio di ascolto musicale e gestualità per i ragazzi del centro giovanile. Questo nell'ipotesi piuttosto remota che mi concedano di intraprendere il percorso musicale dopo il "contrattus interruptus"...
gennaio 16, 2004 gennaio 16, 2004

Tutto in una notte<...

Tutto in una notte…



Manca l’acqua, tutta la città è in stato di assedio. Autobotti, calura, gente sudata (anche belle gnocche tipo la Cucinotta con il decolleté madido… non male come sogno!), barbieri incazzati e compagnia cantando. Non si trova da nessuna parte e ad un certo punto, camminando per le vie del centro, sento che nella farmacia si vende dell’acqua calda. Il cartello all’ingresso dice “Acqua calda. Non troppo.”, per lo meno ambiguo: non troppo calda o non troppa? Mi intrufolo nella folla ed entro. La farmacia è uno stanzone enorme, altissimo, scurissimo, scrostato, col pavimento di basole come se fosse una strada, erbetta tra le fessure inclusa; ci sono gli scaffali sulla sinistra, illuminati e puliti, ma con un “gusto” primi Novecento. Per il resto non si direbbe proprio che quella è una farmacia. Infatti, al centro della stanza, nei pressi della porta c’è un tavolino dove un tizio vende l’acqua calda. Intuisco che serve per l’uso immediato di levatrici e barbieri. Una donna, dalla bellezza molto sciupata, porge una lattina da tre litri e un bottiglione da due, di quelli per la candeggina, e il tizio (ex autista di autobotti) gliele riempie. Costa 5 centesimi, ma quando la donna sta per pagare, le alza il prezzo per un motivo che non capisco (il totale è di 6 o 7 centesimi). L’acqua la prendo io. Mi inoltro nello stanzone poiché sento delle voci di donna e vedo che l’unico modo per raggiungere l’ammezzato di fronte è una specie di scala a chiocciola nera in metallo veramente pericolosa posta sul lato destro della farmacia. Cerco di salire, ma soffro di vertigini e ogni passo è faticoso; mi resta impigliato il maglione nella rete metallica ma riesco nervosamente a liberarmi; faccio tre o quattro scalini in uno (boh, non so come… ma i gradini sembravano “diritti”). A metà strada la scala si fa strettissima, faccio molta fatica a salire, soprattutto le lattine mi danno fastidio. Arrivo in cima e con uno sforzo immane mi isso a sedere sul tetto (non era un ammezzato? Mah!) con le due lattine e capisco a cosa serve l’acqua lassù. Sono stanzoni, mansarde panoramiche (tutte le pareti sono in vetro) che accolgono ragazzi e ragazze tipo ostello della gioventù. Tutti sono nudi o quasi, si stanno preparando per uscire; a N. manca lo spazzolino… e in quel momento mi maledico perché non ce l’ho nemmeno io e sicuramente non scenderei a comprarlo, dopo la fatica fatta per salire! Due ragazze sono accampate sul tetto, in sacco a pelo (il tetto è in rame, credo, verdastro e con piccoli displuvi successivi, quasi ondulato, comunque orizzontale).





Cambio.


Sono in una struttura da caposcuola, mi viene in mente quella del campo 1994, abbastanza trascurata ma molto funzionale. Ci sono i ragazzi del centro giovanile, G. e M. (non sono quelli della rissa di martedì sera), ed E., l’altro educatore maschio (G. non viene al centro da metà dicembre, e la cosa mi dispiace). Stanno armeggiando al PC connessi ad internet… cercano i numeri di telefono dei calciatori. Trovano il cellulare di Gattuso con Google e scoprono che cambiando l’ultima cifra dell’indirizzo si arriva ai numeri di tutti i calciatori di serie A. Ma un rumore fastidiosissimo, un “trrrrrrrrr” cupo, potente ed insistente, mi distrae. Ne cerco la causa, e i ragazzi mi indicano una macchina per scrivere, dicendo che si sono incagliati i tasti. Vedo la macchina, una lettera 20 nera, ma non è lei la causa del rumore. Di fronte, su una scrivania c’è una macchina elettronica, ma con gli stessi tasti della manuale! I percussori sono sollevati ed incastrati, sembra che lo siano da giorni perché non è facile sbloccarli. Invece mi accorgo che più li abbasso e più si alzano, come attratti da un campo magnetico verso il rullo. Infatti comincio a giocarci: muovendo la mano su di loro, si muovono in direzione della mano… e i ragazzi, che nel frattempo si erano avvicinati, ridono di gusto!

suag - .....<br> re...

suag - .....


regulus21 - sono 5


regulus21 - e allora?


suag - così


suag - non mi andava di scrivere ciao


regulus21 - nemmeno a me


regulus21 - quindi addio

Ho bisogno di tranqu...

Ho bisogno di tranquillità, di qualcuno che mi ascolti. Non è facile, sono pochissimi quelli in grado di farlo... e ancora meno quelli che ne hanno voglia, a quanto pare.
gennaio 15, 2004 gennaio 15, 2004

Oggi giornata devast...

Oggi giornata devastante: dieci ore di lavoro! Dalle 9 alle 13 supervisione relazionale e dalle 15.30 alle 21.30 prima sostegno e poi centro giovanile. Ieri, mentre io non ero di turno, due ragazzi (il satanista M. e un ragazzo G. con problemi mentali) si sono presi a botte nel centro. M. l'ha rincorso fino a casa con un cacciavite, l'altro si è difeso con un coltello a serramanico, senza però colpirsi. L'assedio è durato fino alla mezzanotte, poi le acque si sono calmate.


In realtà oggi M. si è presentato al centro con un paio di cesoie da giardiniere dicendo di voler "fare la barba" a G.
Siamo stati in quattro a cercare di fargli cambiare idea, alla fine si sono stretti la mano e sono andati a giocare al biliardino.
Cose assurde!

E lei, Carlissima Educatrice Rottenmeyer ved. De Sade, dov'era? :)))