luglio 03, 2010 luglio 03, 2010
Tuttalpiù muoio (sic!)

Ho terminato due giorni fa di leggere questo splendido libro di Albinati&Timi. Cioè, di Filippo Timi.

Se io dico che vorrei sposarmelo, al sciur Timi, dico una cosa cattiva, sbagliata, immorale, assurda e/o ridicola? Certo, si può anche credere che molte parti del libro siano inventate o esagerate o camuffate, dette in punta di lingua o spalate con la vanga. Ma a me piace la storia, piace l'idea di un mondo che scappa da chi non può vederlo.

E mi piace il personaggio Timi, l'uomo dai mille problemi e dal milione di risorse. Chissà se e quanto persona e personaggio coincidono, ma di sicuro non vorrei salvarlo. No.

Vorrei che mi salvasse.
giugno 19, 2010 giugno 19, 2010
X Generation

Date ad un ragazzino degli anni Zero, timido cicciottello e fiordilatte, un telefonino touchscreen, di quelli che sembrano tanto intelligenti ma in realtà è una sottomarca mezza stupida. Dotate il suddetto virgulto di un collegamento internet che gli permetta di iscriversi a Fessbuc, di chattare e di scaricare musica, nonostante faccia la terza media e a scuola i risultati arrivino a stento.
Infine fate in modo che, in una vostra conversazione con amici, lui prenda il sopravvento e vi faccia ascoltare i brani che ha caricato sul cellulare.
Waka waka - Shakira"
The final countdown", ma nella versione della RANA PAZZA!
Give it 2 me - Madonna
Pazza Inter amala
Waving flag - K'naan & David Bisbal
...più un paio di tormentoni riempipista da discoteca di provincia.

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Lascio alla vostra immaginazione il mio sguardo colmo di orrore e compassione.
Come allungarsi la vita

Lezione numero uno: è scientificamente provato che evitare per miracolo due incidenti sicuramente mortali in un anno e mezzo, allunga la vita.

Non credo sia però il modo giusto per farlo.
giugno 08, 2010 giugno 08, 2010
A volte ritornano!
(Post in codice)


Nel giro di duecento metri ho incontrato il Bulgaro, Fiocchettino e Pompina. L'idea che l'umanità stia viaggiando verso il baratro, d'un tratto m'è apparsa così lampante...

E poi sono stato avvolto da una vampata di nostalgia perché sto recuperando l'hard disc del 2000, salvato in due CD. Prima che si rovinino del tutto, meglio rimasterizzarli! Ho trovato foto, mp3, giochini... mamma mia, quello era proprio il tempo della scemitudine. Non che ora sia troppo diverso, sia chiaro.
maggio 30, 2010 maggio 30, 2010
Non un successo... un TRI ON FO!

non ho piu' voglia di lavorare.. di far le solite cose... prenderei il primo aereo destinazione sconosciuta, possibilmente mare
e viver la giornata, magari con un lavoretto del cazzo tipo barista o similari
sigh sob!


Idem. E quando poi ti capita, come mi è successo stasera, di aver suonato samba per dei ballerini brasiliani, capisci che hai fatto tutto quello che dovevi fare nella vita e puoi pure morire in pace. Sulla mia lapide scrivete: "Ha suonato samba, è morto felice".
maggio 26, 2010 maggio 26, 2010
Nove lunghi giorni

Sono al primo di nove giorni di antibiotico. Talmente afono da non poter parlare al cellulare, perché sembra che la linea sia disturbata.

Il Titanic è affondato degnamente, per colpa di un iceberg. Io sto avendo cura di trasformarmi prima in un vascello fantasma.
maggio 19, 2010 maggio 19, 2010
La gatt d M'gnikk*

C'era una volta, in un paese di mare della solatia Puglia, un tipo che si chiamava M'gnikk**. Noi l'avremmo chiamato probabilmente Mimmo.
La guerra infuriava al di là degli uliveti e delle colline e a tavola si mangiava pane e povertà. Beh, veramente il pane si mangiava quando c'era.
Un bel giorno di primavera al generoso M'gnikk venne ricompensato un favore con due chili di alici appena pescate di contrabbando. Due chili di alici tutti per lui, una fortuna che non capitava spesso.

Arrivato a casa con una fame da lupo, dovette scansare più volte la sua gatta, ovviamente altrettanto affamata. Lei sapeva che le sarebbero arrivate le teste e le code, ma cominciò comunque a fare le feste al suo padrone e ad assaltargli le caviglie.
Mentre stringeva a sé l'involto di carta grezza, annusando con voluttà l'intenso odore di mare, il nostro M'gnikk fu colto da un dubbio enorme: Ma ora come le preparo queste splendide e lucenti alici? Fritte no, perché ci vuol troppo olio e l'odore farebbe insorgere il vicinato: "Ma tu vedi a quello: viene a chiedere la farina in prestito e poi non ci dà nemmeno un po' di frittura!". E le alici sono poche perfino per me! Arrostite nemmeno: ci vuole troppo tempo per preparare i carboni e la fame è assai. Ho capito! Me le mangio crude e marinate, così non si sente l'odore e devo solo chiedere alla vicina una foglia di prezzemolo.

M'gnikk prese uno spicchio d'aglio dalla serta, dell'aceto, un cucchiaio di prezioso olio dalla giara. Poi posò il cartoccio sul tavolo e andò dalla vicina a chiedere un po' di prezzemolo.
Eh, ma lei aveva visto tutto: da quelle case senza porte e senza finestre si entrava e usciva liberamente, e il povero M'gnikk non avrebbe mai potuto passare inosservato con un pacchetto di quel tipo tra le mani.

E chi te l'ha dato? Quello di dietro alla torre? E come mai? Neh, ma sono fresche almeno? Ah, pensa, di stamattina! E quante sono? Ah, solo sei alici? Beh, saluti a signoria!

Scivolò via in casa sua, dopo l'interrogatorio a scopo di estorsione, con le foglie di prezzemolo in mano e tanta fame da soddisfare. La gatta dispettosa e affamata aveva quasi finito di divorare l'intero bottino. M'gnikk le urlò contro le peggiori parolacce e cercò di afferrarla, ma lei, con l'ultima alice in bocca, infilò l'uscio di casa e scappò per la strada. M'gnikk non si arrese e la rincorse per tutta la via. La gatta, un po' scema ma decisamente soddisfatta, si infilò in una finestrella cieca e terminò così la sua fuga tra le mani ansiose di vendetta del nostro affamato M'gnikk.

La gatta fu tenuta per la collottola fino a casa, e subito cominciò il processo pubblico. La gente, incredula di fronte a tanta ira - ma si sa che la rabbia e la fame fanno molto chiasso -, si fermò intorno a M'gnikk e uscì perfino la vicina di casa, che sapeva tutto o quasi.

Tutte le discussioni tra l'accusa e la difesa si svolsero in un clima a dir poco infuocato, con M'gnikk deciso a far fuori l'animale e la gente che non gli credeva affatto - come poteva uno spiantato del genere aver comprato ben due chili di alici al mercato nero?
Venne fuori la vicina di casa, con la sua voce stridula e mise tutti a tacere: "Pesiamola! Se è vero che ha mangiato due chili di alici, deve pesare almeno tre chili e mezzo, forse quattro chili!"

Si diressero tutti alla pesa del forno. Prima salì M'gnikk con la gatta in mano, poi la consegnò alla vicina e si pesò senza gatta. La differenza era di due chili e mezzo. Più o meno sei alici, pensò la vicina.

Così la gatta fu liberata, M'gnikk fu deriso e lasciato alla sua fame e la vicina, da pettegola universamente riconosciuta, guadagnò la fama di persona retta e giusta.
E quando ci si trova davanti a misteri inspiegabili come le quantità contabilizzate che non corrispondono al vero, oppure a persone che mangiano come delle betoniere e non ingrassano, nel bel paese di mare della solatia Puglia si nomina tuttora la fortunata e soddisfatta gattina: "La gatt d M'gnikk si mangiò due chili di alici e pesava due chili e mezzo!".

Sipario.


* La storia, dedicata ad un Baol, l'ho immaginata prendendo ispirazione dal detto finale (realmente esistente) e dal commento che mi ha scritto il Baol nel post precedente.
**Era probabilmente diminutivo di Domenico. La trascrizione giusta dal dialetto sarebbe Megnicche, ma non rende affatto l'idea.

maggio 18, 2010 maggio 18, 2010
Bedda magra!

Bedda magra!

(dedicato al buon vecchio J.Lo.)
maggio 05, 2010 maggio 05, 2010
Nomi

Non ho mai fatto nomi sul mio blog. Conservo la mia vita privata in un barattolo ermetico che in sette anni non ho mai aperto, ma per stavolta faccio un'eccezione.

Nel giro di una settimana ho visto tre persone conosciute in passato che mi hanno sorriso genuinamente, con uno sguardo affettuoso e pieno di gratitudine. Erano tre ragazzi con i quali, per un motivo o per un altro, ho condiviso un tratto di strada, un pezzo della mia vita e che adesso vivono consapevolmente la loro età adulta.

Ora sono io a ringraziarli. Per la bellezza dei loro sorrisi, per aver contribuito a farmi diventare ciò che sono adesso, per essere tornati a salutarmi.

Grazie Alessandro! Grazie Savino! Grazie Giuseppe!