Regressione all'infanzia



Ve le ricordate le conte? Le filastrocche che si cantavano per far "uscire" o per far "stare sotto" qualcuno in un gioco? Eccone un po' della mia infanzia:



Amblimblè sicuterimblè / piglia questo schiaffo e non mi dir perché / ghirighirighì che bel pancin, ambilimblè sicuterimblè, amblimblè sicuterimblè.



(C'era un gusto, ma un gusto nel prendere a schiaffi chi ti pareva! Il solletico alla pancia veniva bene se lo facevi alle bambine vergognosette!)

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Sotto al ponte ci son tre bombe, passa paperino e non le rompe, passa il lupo e non le rompe, passa il re e le rompe tutte e tre!



(A quest'ora i bambini avrebbero preso il cellulare e chiamato gli artificieri)

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Ambarapà ciccì coccò tre civette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore, il dottore si ammalò, ambarapà ciccì coccò.



(L'hanno bandita per anni perché sessualmente ambigua. Ora è sexually correct, tornerà in auge, vedrete!)

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Mi lavo le mani per fare il pane per uno per due per tre per quattro per cinque per sei per sette per otto biscotto!



(Conta salutista, derivata probabilmente dalla fobia igienista di qualche genitore troppo ansioso)

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Sincem pom pim pololì pololà, sincem pom pim pololì pololà, accademi sol fa mi, accademi sol fa mi, pim pem pum!



(Molto amata dagli adolescenti per il palesissimo doppio senso contenuto... ma anche perché il giochino che si fa su questa conta è molto bello!)

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Ce n'era poi una in dialetto che diceva "A la lemb a la lemb, a c mour e a c kemb, awwend a la f'rteun, awwend a ieun".



E poi quella tristissima: "La bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città...", credevo di averla rimossa completamente, ma qualche neurone è ancora impegnato inutilmente nel ricordarla!