Tutto in una notte...





Il primo sogno non lo ricordo, ma non era molto lungo. Passo direttamente al secondo.


Sono in un parcheggio all'aperto, fa freddo, pioviggina e ci sono poche macchine intorno a me. Devo entrare in un camper, ma una signora bionda su una Peugeot 106 verdone metallizzato parcheggia proprio sulla sinistra ostruendo l'ingresso; così sono costretto ad entrare nella cabina di guida e a mettermi in viaggio verso le colline. E' quasi buio, la strada è disagevole, con curve, dossi e discese, ma alla fine arrivo in una villa (che ovviamente non ho mai visto, in realtà). E' della mia insegnante di canto (ha partorito di recente, nella realtà), ma diventerà casa mia e della mia famiglia per un po' di tempo. E' giorno di festa, non so per quale motivo, ma c'è già un sacco di gente festante che consuma aperitivi nel patio. Entro dal retro (è giorno, c'è un sole fiacco che illumina tutto), tra mimose, ulivi, pergolati... e mi trovo in una veranda finestrata che funge da cucina e soggiorno, tutta rivestita in legno di abete e arredata con mobili in arte povera, panche...
Dico a mia madre che sta pulendo le verdure nel lavello che è ora che io conosca la mia nuova casa, e allora vado a farmi un giro per questa grande villa. Parte di questa veranda è una minuscola camera da letto, con un matrimoniale basso alla giapponese; ma attraverso una porta di questa stanza aperta in un muro di cartongesso a mezza altezza, si entra in una nursery completamente bianca: lettino, passeggino, fasciatoio, armadi, tutto assolutamente bianco, alienante direi.
Arrivo in una dispensa, una stanza gigantesca piena zeppa di scaffali alti fino al soffitto (già di per sé altissimo) e carichi di generi alimentari: olive verdi in salamoia in buste e barattoli, pomodori pelati, salsa, pasta di tutti i tipi. Mi colpiscono alquanto delle buste enormi di conchiglioni di dimensioni spropositate (circa 25 cm ciascuno), poste sull'ultimo ripiano di uno scaffale all'angolo; la mia preoccupazione è che ci siano confezioni avariate, poiché la quantità enorme e il formato inusuale dei prodotti sono tali che la probabilità che ci siano vermi è altissima.



Mi trovo nella città vicina, in una piazza che in realtà non esiste. E' a forma di "occhio" cioè un ovale con due "angoli"; la strada entra da uno degli angoli, costeggia un muraglione che dà su uno strapiombo nel lato inferiore ed esce dall'altro angolo. Io sono seduto sul muraglione e ad un tratto va via la luce in tutta la città. Ho in tasca due torce molto potenti, tipo puntatore laser, le accendo tenendone una per mano e illumino i palazzi di fronte a me. Mi alzo divertito, ma mi sento osservato; mi dirigo verso la mia macchina parcheggiata poco distante ed ecco che mi circondano tre-quattro ragazzi. Io salgo sulla macchina, vedo la parte anteriore destra del cofano corrosa da una sostanza verdastra e gelatinosa; la mia speranza è che non arrivi alle ruote, penso, altrimenti non posso più andar via. Cerco di prendere le chiavi dell'auto dal giubbotto, ma è così pieno di tasche e cerniere difettose che non riesco a trovarle. Nel frattempo strappano i tergicristalli, danno calci e pugni alle portiere e rigano le fiancate con delle chiavi.