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Guardando questa bellissima vignetta del mitico e sempre bravissimo Eriadan, mi son ricordato delle follie che facevo con un'amica della parrocchia e i suoi compagni di corso quando prendevo il treno per andare all'Università. Al mattino non si poteva fare sempre, perché era stracolmo, ma soprattutto il sabato sul treno delle 12.30 era veramente uno spasso. Ebbene sì: giocavamo a carte, precisamente al "tressette a perdere", detto anche "asso di mazzo", dove appunto l'asso di bastoni vale 6 punti e, ovviamente, perde chi ha più punti.



Dopo un po' di tempo, quello che serviva per conoscere i MIEI compagni di corso, trasferii loro questa mania "deleteria". Finimmo per giocare anche durante le lezioni, mentre aspettavamo il treno, dopo aver pranzato alla schifosissima mensa, nel bunker del dipartimento di Fisica... praticamente SEMPRE e OVUNQUE, quando eravamo almeno in 4*.



Una volta il possessore delle carte da gioco non venne all'Uni... rimanemmo attoniti e spaesati... "Oggi non si gioca???" "Col cazzo!". Impiegammo metà della lezione di Sistemi I per disegnarci le carte a mano su dei fogli di quaderno! Ciascuno si scelse un seme e via! Al ritorno si riaprì la bisca.

La cosa ci piacque parecchio, tanto che comprammo del cartoncino celeste sul quale disegnare delle "vere" carte, a nostro uso e consumo. L'asso di coppe era una caffettiera, e le coppe semplici tazzine da caffè; i denari diventarono delle banconote, il sette di denari un assegno e la donna di denari una prostituta accanto al fuoco; i bastoni diventarono ossi. Le spade subirono la metamorfosi più curiosa: diventarono delle posate! Il re di spade era un cuoco, l'otto era una cuoca, e il cavallo si trasformò in un maiale intero arrostito e posto su un vassoio enorme... con un forchettone piantato nella schiena! Non contenti, gli disegnammo un fumetto in cui pensava: "Vita di stenti!", come l'anatroccolo piccolo brutto e nero di Sauro Ciantini.

Ne disegnammo una trentina, poi ci passò la voglia... le conservai io, ma devo aver buttato quel piccolo pezzo di storia universitaria.



Ma che nostalgia, raga' :''''(((





*Parlerò in seguito dell'alternativa, quando eravamo magari solo in due a prendere il treno e avevamo la fortuna di sedere uno di fronte all'altro...