Ieri pomeriggio un buon caffè con un ragazzo dalla rara signorilità. Ieri sera una lunga conversazione piacevole e illuminante con un caro picciulo amico a cui voglio bene.
Oggi invece ripiombo nella tristezza perché desidero una cosa lontana, per raggiungere la quale ritengo inutile lottare.
E intanto mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
Referrals
Sono anni che non elenco le chiavi di ricerca con le quali ignoti ignari entrano in questo luogo privo di speranza.
Devo dire che non mi hanno mai deluso... quindi oggi ci provo "alla cieca":
sanny cola connection musica da scaricare = ammesso che tu abbia scritto bene il nome... ma sei sicuro di trovare degli mp3 in un blog?
cammariere gay = credo una delle fonti di accesso più numerose e proficue: ci saranno almeno un centinaio di accessi all'anno con questa chiave
slogan carini contro la gelmini = prendi una sua intervista qualunque
abbiate la compiacenza di parlarmi con dolcezza = te lo dico piano piano, a bassa voce, proprio come piace a noi: "MAVVAFFANCULO!" :)))))
veleno per gechi = il bestseller, la chiave in assoluto più ricorrente da quando ho dichiarato la mia guerra senza esclusione di colpi ai gechi che mi pascolano in casa in campagna; pare che nulla sia più efficace di una scopa!
zambrotta pene dimensioni = chiediglielo tu direttamente, mandando un'email a rocco_zambrotta@siffredi.org
pisellino del mio = immagino che la frase non finisca con "zambrottone" :)
flector contratture = chiama una massaggiatrice thailandese, vedrai come ti passa tutto in fretta!
come si scrive 39 in numeri romani = chiedi alla Polverini
Effettivamente non hanno deluso! :D
Stamattina, tornando tornando, mi è venuto in mente un pensiero corrosivo: ma se una persona asserisce con convinzione che è felice quando parla con me, poi sparisce, poi ricompare perché ha un problema, poi sparisce... dice la verità?
Un amico mi evita, due semisconosciuti mi cercano.
Un colloquio di lavoro VICINO è andato com'è andato e mi fa cascare le palle a terra, uno più lontano invece mi mette entusiasmo e voglia di fare.
Voglio andare via perché qui non c'è vita, ma poi vedo che qualcosa si muove... anche se forse è il vapore che sale dalla cacca ancora calda.
Voglio una cosa e subito dopo cambio idea. E poi torno indietro. E via, su e giù...
Cioè, tu come staresti al posto mio?
Lose:
- ho scordato per una volta di chiedere il prezzo e il fioraio del camposanto mi ha fregato: due fiori a un euro ciascuno!
Win:
- stamattina e oggi pomeriggio ho trovato parcheggio in posti non a pagamento;
- ho incontrato due magnifiche persone per un pomeriggio finalmente diverso dal solito, e poi una bella e divertente tavolata in un bar per un caffè in compagnia;
- una delle due mi ha offerto una collaborazione in un grosso progetto (pare prima aggratis, poi qualche soldino dovrebbe entrare);
- grazie all'altra, invece, ho scoperto angoli nascosti della città di mia madre;
- ho consegnato la bozza di un importante progetto di musicoterapia e resto in attesa delle correzioni.
Epic win:
- ho fatto "cappotto" a tressette a perdere IN TRE.
Non è andata così male, veh?! :D
Che data strana. Questi giorni "particolari" mi mettono malinconia.
Come se avessi per forza bisogno di vedere dei numeri precisi messi in fila per godere della straordinarietà di quelle 24 ore.
Eppure il sole sorgerà lo stesso, anche se nessuno volesse vederlo. E tramonterà lasciando lo spazio alla notte. Tutto sempre uguale, niente può turbarlo.
E la mia giornata come sarà? Per ora vado a letto, attendendo il sole.
Un mio caro amico ha appena compiuto 31 anni. Quando lui arriverà alla mia età attuale, io ne avrò 43. Probabilmente sull'orlo della disperazione, improbabilmente ricchissimo e felice.
Ancora più probabilmente è l'ultimo compleanno che festeggiamo insieme, perché sta programmando di andar via da questa valle di lacrime che è il Meridione per trasferirsi in quell'alienante bomboniera di fumo grigio e fango che è l'hinterland milanese.
Quindi sono triste. Di una tristezza viscerale, non visibile all'esterno, di quelle che ti prendono l'intestino e te lo mettono sotto sale fino a lacerarlo. Non posso far altro che guardare, dire poche parole a mia discolpa e lasciare che tutto sia compiuto.
E sono ancora più triste perché questa lacerazione non posso condividerla con nessuno. Chi capirebbe? Chi mai potrebbe pensare alla mia pena per un amico che va via? Chi potrebbe immaginare il mio dolore per l'ennesima sconfitta di una terra sterile come questa?
Oh, when they come for me, I'll be gone.
I am the opposite of wack, opposite of weak
Opposite of slack, synonym of heat
Synonym of crack, closest to a peak, far from a punk
Ya'll ought to stop talking: start trying to catch up motherfucker!
And all the people say: "Try to catch up motherfucker!"
Whispering
Oh, when they come for me,
Come for me,
I'll be gone.
come stai?
mah, non lo so...
in che senso?
un piede di qui, e un piede di lì
seh, mo cominciamo con gli indovinelli
hai in mente la puglia? beh, per andare di lì o attraversi il mare o attraversi le montagne, e io stasera volevo essere contemporaneamente al di là del mare e al di là delle montagne
ah, certo... ora sì che ho capito tutto
beh, mica ti ho promesso che avresti capito qualcosa! frecato a te!
ehi! mica si dice così alla persona!
guarda che hai cominciato tu: hai chiesto tu "come stai?"
ma era così per dire!
e la prossima volta ti fai una bella ciambata di cazzi tuoi!
...
...
C’era uno scarafaggio fortunato
Gli andava dritta qualsivoglia cosa
E gli animali del suo vicinato
Dicevan: “Che fortuna favolosa!”
Aveva una corazza luccicante
Zampe forti, mandibole accurate
“Che sogno poter esserne l’amante”
Cantavan le blattine innamorate.
Se si doveva far la nuova tana
Trovava fango di prima qualità
Come porta una buccia di banana
Per dare un tocco esotico e charmant.
Quando cercava il cibo, manco a dirlo
Eran le prede a correre da lui
Niente sembrava in grado di stupirlo
Non esistevan giorni grigi e bui.
Le mosche ne apprezzavano il talento
Nel reperire merde di stagione
Le farfalle pensavan “Che portento!
Che lunga vita fa quel bagarone!”
Ma un giorno, con violenza inaspettata,
Un incidente ne causò la morte
Finì sotto una suola rinforzata
Cessò di colpo la sua buona sorte.
Qualcuno rise per la dipartita
Qualcuno ironizzò sulla corazza
Che non bastò a salvare la sua vita
“Pur luccicante non servì a una mazza”.
Nessuno spese lacrime sincere
Nessuno gli lasciò pensieri buoni
Perché l’altrui fortuna fa piacere
Ma quando è troppa girano i coglioni.
da (Ceci n'est pas) "La pipa di Magritte"
Il mio corpo periodicamente si ribella alla mia mente, al mio modo di vivere, al mio modo di essere, al mio modo di fare.
Sarà un caso che dopo cinque ore di danza stanno esplodendo un bel po' di disturbi nascosti?
Rispondo subito: no, non è un caso.
Può capitare che, per una serie di coincidenze, sia necessario cambiare programmi e rinunciare a qualcosa per prenderne altre.
Ho dovuto rinunciare alla pizzica salentina per prendere le danze greche. Per carità, io sono quello che si è invaghito per mesi del pop greco-cipriota, diversi anni fa... quindi è stato un piccolo balzo indietro nel tempo.
E allora via, al workshop di rembetiko!
Può capitare che, fra tre insegnanti, uno di loro sia magnetico e carismatico al punto da non riuscire per un momento a staccargli gli occhi di dosso.
E, nonostante tutto l'impegno, lo sforzo e il sudore, il chasapico non sono riuscito ad impararlo manco per il cazzo. Il chasaposerbico sì, ed è BELLISSIMO!
Può capitare che, alla fine di una dura prova, si renda necessario, quasi un punto d'onore, dimostrare che si può vincere la paura e lanciarsi.
In piazza per il concerto, tutti a ballare! Gente di ogni tipo che si univa a noi! Una Πανηγύρια in piena regola. Festa grande, insomma!
Può capitare che, a causa di un sovraffollamento della piazza, il maestro decida di spostarsi e fare una "ronda" in un punto più defilato.
Chasaposerbico. Lento. Musica dolce.
Maestro che guida il serpentone. Io per ultimo.
Passi misurati. Postura imperiosa.
Sento gli altri, sento il gruppo.
Il serpentone enorme ci circonda.
La musica cresce di volume e diventa incalzante.
Il maestro...
...lento.
Noi...
...lenti.
Sento il maestro.
La vertigine del cerchio esterno non ci tocca.
Magia.
Noi. Siamo. Lenti. Tutti.
Un'emozione INCREDIBILE. Stavo per piangere. Non mi era mai successo prima!
Potrà capitare che io riesca a ritrovare il mio maestro, fra qualche giorno o fra anni. Non so se riuscirò mai ad esprimergli adeguatamente la mia gratitudine per la GRANDE cosa che ha compiuto in me.
Nel frattempo, come un messaggio in bottiglia, gli lascio questo enorme, sentito, viscerale, "Panico",
EFHARISTO, DIMITRIO!
La bellezza non è una qualità, né degli oggetti, né delle persone. Non è una virtù né un merito. Niente e nessuno la “possiede”.
La bellezza è una speciale relazione, che hanno gli esseri umani con qualcosa di altro da sé (oggetti, natura, altri esseri viventi), la quale provoca una sensazione di felicità, benessere, libertà, piacere che però non è legata a nessuno scopo o valore, né della persona che la prova né dell’oggetto definito “bello” – altrimenti non è bellezza – e che spinge chi la prova a ricercare un consenso universale per questo suo sentimento.
E’ qualcosa di assolutamente libero da vincoli di finalità o valori d’uso; qualcosa di simile, come diceva Stendhal, a “una promessa di felicità” e di superiore alla somma dei suoi elementi, come voleva Benjamin: “la bellezza è l’oggetto nell’involucro”. Più o meno, con tutte le difficoltà di definire linguisticamente un sentimento, la penso così.
(Lorenzo Gasparrini)
La bellezza è una promessa di felicità.
Fantastico!
Hai raggiunto tutti i tuoi traguardi, con tenacia e con le tue grandi capacità. E come al solito sei capace di reggere l'insostenibile pesantezza del mio essere per ore, con il solito sguardo comprensivo di chi conosce ogni angolo del mio pensare.
Grazie, Bionda.
Ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere), ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca... E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! (C. Chaplin)
La lezione più importante della mia vita
Per quanto mi sforzi, per quanto dure siano le mie decisioni e rigorosi i miei comportamenti, non riuscirò MAI a cambiare una virgola della mia vita.
Tanto vale che me la godo.
P.S.: Siete una manica di puttane troie arroganti bagasce succhiacazzi meschine sfogaciole bocchinare frustrate ninfomani latrine cerebrolese sfondate! E anche zoccole.
Ascolta il rullante all'inizio della sinfonia de La gazza ladra di Gioacchino Rossini.
Nella partitura originale non esiste: Rossini scrisse questo brano la notte prima della Prima perché aveva paura che gliela copiassero. Tra l'altro, è un brano insolitamente lungo per essere un'ouverture.
I suoi detrattori, numerosi per l'epoca, gli prepararono un'imboscata: comprarono i biglietti per il teatro e si sedettero tutti insieme per interrompere l'ouverture alla prima nota.
Egli venne a conoscenza di questa cosa e, appunto, decise qualche minuto prima di entrare che l'inizio non sarebbe stata una "nota" ma una serie di colpi. Ecco il motivo degli inediti tre rulli iniziali, con la sinfonia che inizia all'improvviso a metà del terzo.
La combriccola rimase talmente stupita da questa cosa che mancò la plateale contestazione e la Prima ebbe uno strabiliante successo.
D'altronde, Rossini è sempre Rossini!
"Mai correre dietro alle persone che stanno bene anche senza di te.
Occorre aprire gli occhi e disilludersi a volte anche se fa male."
Tutto in una notte
E' notte. Sono per strada, alle spalle del mio palazzo in infradito, boxer bianchi e maglietta bianca. Non so da dove torno né dove sto andando, ma trovo acceso il locale accanto al mio garage (che nella realtè ospita un supermercato): è la stanzetta di O., che canta, suona, si fa la doccia... pare tutto insieme, e questo mi incuriosisce, poiché rimango a guardare la luce accesa attraverso la finestrella.
Sento arrivare qualcuno dal garage e mi ricordo di essere seminudo, cerco di scappare, ma è troppo tardi: una bellissima donna in nero sale ma io la evito scostante, non so nemmeno se la saluto. Davanti al portone chiuso del garage mi accorgo anche di non avere le chiavi. Ma che...?! Anche O. sta scendendo e non voglio farmi vedere! Alla disperata, abbasso la maniglia... E SI APRE! Corro dentro, ma il garage è stranamente popolato.
Ci sono due ragazzi e un gatto che non mi guardano e io, sempre perché sono seminudo, cerco di passare tra le (poche) auto per raggiungere il mio stanzino. Sto per aprire la porta, quando arriva una ciurma incredibile di ragazzi, saranno stati una trentina o anche più, di tutti i tipi, le altezze, i colori... guidati da un bel ventenne con modi da capetto. Mi passano davanti ed entrano tutti nello stanzino. Io dico che quello è roba mia, ma dal loro confabulare capisco che è successo qualcosa di grave.
Mi affaccio nello stanzino... e infatti è molto diverso da com'è in realtà: gigantesco, luminosissimo, dipinto di fresco tutto di rosa, con ancora le strisce di vernice, con diversi mobili dall'aria molto preziosa in noce e radica, una specie di mobile da sagrestia sulla sinistra... continuo a sentire che la gente confabula su morti, feriti, mia madre, un'altra persona... io penso subito ad un incendio e voglio solo tornare a casa per capire meglio.
No, non vado a casa, ma mi portano in uno squallido posto a metà strada tra ospedale, convento e convitto: tutto pulito e lucido ma completamente deserto, con corridoi di macadam incerato, volte altissime e grandi finestroni.
Sono in uno studiolo con il parroco e una donna. Già a vederlo, il tizio, mi si è rivoltato lo stomaco, ma mi sforzo di essere gentile e chiedo cos'è successo.
Lei mi chiede di aver pazienza, perché sarà lui a dirmelo. Il parroco intanto armeggia con una specie di lettore CD/MP3 dalla forma stranissima: ha una ribalta azzurra davanti che probabilmente contiene gli altoparlanti e bisogna tenerla alzata per ascoltare. Mi dice di ascoltare questo brano (capisco che è Little star di Madonna, in una versione remix da schifo) e poi ne avremmo parlato.
Ascolto per qualche secondo, ma poi chiedo di andare in bagno - evidentemente anche solo a rivederlo in sogno il mio intestino si ribella! Mi portano alla fine del corridoio e c'è una grande vetrata che dà su un cortile interno (nella realtà è simile all'ospedale della mia città). Il parroco dice: "Guardalo, anche lui [parole incomprensibili]", io non capisco, non so dove/chi guardare. "Il cane!" dice... e io metto a fuoco meglio, oltre il sole e il riflesso sul vetro e vedo un molosso "sorridente" dall'altra parte. Io mi spavento perché è veramente molto grande e torno a cercare il bagno.
Lo trovo, ma è uno stanzone gigantesco, assolato, nel quale immagino che i "box" siano più che roventi... ed è popolato da donne perché sento parlare. Rinuncio al bagno e, sempre con la canzone nelle orecchie, torno allo studiolo.
"E' successo qualcosa a mia madre!"
"Sì, lei non c'è più"
"Ma cos'è successo? Sono qui perché non devo saperlo? Non saprò mai quello che è successo, vero?"
E poi il risveglio. Segue Maalox per tutti.
Se giochi sempre in difesa, non aspettarti risultato migliore di un pareggio. Non attendere che gli altri mutino gli schieramenti per calcolare la tattica migliore.
A volte le partite vanno vinte. CERTE partite vanno giocate e vinte.
Per tutto te stesso e a volte anche per gli altri, devi farlo.
Capita a volte che i pensieri marcino da soli, in ordine sparso, ciascuno per proprio conto nella mia testolina ed ogni tentativo di sistemarli, regolarli, pettinarli, dar loro una parvenza d'ordine sembra vano.
Poi ad un tratto, tutti questi ometti vestiti con colori diversi invertono la loro marcia: si girano dall'altra parte e cominciano ad andare nella strada appena percorsa.
"Toh, questa strada la conosco già. Qui c'è l'omino verde come me che mi ha urtato ieri. Vediamo se lo ritrovo."
E si ritrovano. A volte si incazzano, ma più spesso fanno amicizia. Scelgono uno dei due percorsi e fanno un po' di strada insieme, si tengono per mano e cercano compagnia.
"Ehi, ma quello non è verde come noi?" "Ma va, che dici... sembra slavato, quasi celestino, ecco!" "Dai, prendiamolo con noi!" "Evvabbene, ma solo perché lo dici tu, che sei verde come me e mi fido!"
E ci sono due pensieri verdi e uno slavato. E vanno per la strada che uno dei tre conosce già.
Alla fine si forma un arcobaleno di omini più o meno tinti o slavati che percorrono un'unica strada. Agli omini non interessa che quella sia la strada giusta e non sanno dove porta - tranne uno, ma sta pomiciando con quella biondina giallo oro niente male!
Ecco, non m'importa dove sarò domani, ma voglio arrivarci con tutto me stesso. E, per farlo, ho bisogno di essere in pace, non in guerra.
Il nostro sole non ha un vero nome. Sole è un termine generico che si riferisce a miliardi di stelle. Ti invito a trovargli un nomignolo o un appellativo come “Big singer”, “Aurora rex”, “Joy shouter” o “Renaldo”.
Spero che questo esercizio ti metterà nello stato d’animo giusto per dare un nome agli oggetti non identificati della tua vita, come i misteriosi sentimenti che ti turbinano dentro, il desiderio di esperienze che ancora non hai fatto o il sogno di quegli inafferrabili momenti di felicità di cui hai tanto bisogno.
Dall'oroscopo di R. Brezsny (internazionale.it)
Lui suonava la cetra mentre Roma bruciava. Io canterò spensierato mentre lascerò alle mie spalle l'incendio che avrò appiccato a quello che resta della mia vita.
Ho trovato un documento word su un CD di backup del 2003 che testimonia a chiare lettere che tutto quello che sto vivendo ora, nel 2003 non sarebbe stato possibile. Anzi, ben oltre i limiti della fantascienza.
E vedere in quell'elenco gente trasformata, annientata, bruciata... o, al meglio, andata via... è stato un duro colpo al cuore.
Quasi non se n'è salvato nessuno: erano 40 su 140. Ora sono solo meno della metà.
Una delle teorie psicologiche che amo di più ha subito un duro colpo. Dovrò indagare sulle cause di questo incidente gravissimo.
Ricapitoliamo, a beneficio di inventario:
Mettiamo che c'è una incognita x, e che 0<x<1.
Secondo la Teoria della Gestalt, 1+1+x dovrebbe essere sufficientemente prossimo a 3, e potrebbe perfino essere >3.
Ora, perché (1+1+x)<1?
Per non aver provato nulla, né gioia né dolore, né affanno né rimpianto.
Non ne conosco ancora le ragioni, ma quasi quasi preferivo essere squassato dalle emozioni.
Almeno per dire a me stesso che sono ancora vivo.
La mia bontà non ha limiti. La voglia di sistemare le cose intorno a me, lasciando me stesso irrisolto, è patologica.
Mi sa che mi conviene ritornare cattolico: almeno potrei vivere nella speranza che qualcosa, un giorno, mi tornerà indietro.
Non è una pianeta per buoni, questo. Non sono adatto alla vita.
TENTATIVO DI DARE UN SENSO ALL'ESISTENZA
vedere il presente come spazio per seminare gesti e atti di amore verso quello che sarò domani
vedere il presente come luogo per godere dei frutti dei gesti e degli atti di amore seminati per me da quello che ero ieri
Quest'uomo è un genio!
Mi sono innamorato. La chiamerò Fiammetta, perché ha acceso il mio cuore dopo tanto dolore e tanto buio.
Amore a prima vista, ma anche a seconda e terza svista, perché la sua bellezza era tale da riempire ogni angolo dei miei pensieri. E ne ho immaginato odori e sapori per inebriarmi i sensi, ciò che a volte accade ed uccide.
Forse non la rivedrò mai più. Non ne rivedrò più la prorompente sensualità, ma niente sarà più come prima. Semplicemente perché prima non era, ora non è più.
E mai più sarà. Nessuna speranza, nessun contatto... solo il ricordo... un bel ricordo e tanta nostalgia, Fiammetta eterna del mio cuore.
Se tracci col gesso una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi.
Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso.
Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi.
Ciò che conta è tutto dentro di noi; fuori nessuno può aiutarci.
Non essere in guerra con te stesso: così tutto diventa possibile, non solo camminare su una fune, ma anche volare.
(Hermann Hesse)
C'è un qualcosa che stavolta mi fa resistere alla voglia di buttare il tavolo all'aria. Desidero ancora giocare. Ma sarà gioco o sarà guerra? E' voglia di pace o di macelleria messicana?
Difficile dirlo. Non sarà facile, e da questo dipenderanno molte delle mie scelte nell'immediato futuro.
Quello che so è che non voglio perdere. Non voglio perdermi, non voglio perderli.
E' troppo tardi per mandare questa vita affanculo, per lasciare mamma, gatta, amici veri/occasionali/finti, luoghi cari, per prendere il volo e non tornare più?
E' troppo tardi per fuggire dai problemi, per affrancarmi dalla depressione, per respirare aria nuova?
E' sempre troppo tardi per liberarmi e ricostruirmi?
Cioè, io non voglio più vedere nessuno: voglio che si formi l'erbaccia intorno a me, un roveto impenetrabile che scoraggi avventori abitudinari e casuali.
Potrà mai accadermi qualcosa di piacevole che cambi questa situazione o dovrò sempre lottare perché la gente scartavetri la ruggine dei miei problemi per trovare almeno qualcosa ai limiti della decenza?
Chi vi ha detto che dovete preoccuparvi per me? Chi mai?
Quando pensate a me, rassicuratevi. Pensate innanzitutto che io sarò vivo per almeno altri 15 minuti, e che in quel quarto d'ora non avverrà la fine del mondo.
E poi fottetevi.
La mia tenera amica Aracne tesse per me la solida rete del Male. Come farò a non cadere nella sua ragnatela?
Un mashup tra Niccolò Fabi e i Subsonica per parlare dei miei funerali.
Se venissero tutti vestiti di rosso, o per lo meno molto colorati, sarebbe bellissimo.
Se invece della banda in coda, ci fosse una batteria di samba in testa al corteo, sarebbe meglio.
Se la gran parte dei miei parenti, quelli con cui non parlo da anni, si stesse a casa, sarebbe il massimo.
E se la sincera disperazione assalisse al massimo quelle sei persone autorizzate a farlo - cioè se gli altri se ne fregassero ampiamente come hanno sempre fatto - quasi quasi rimanderei tutto.
Ah, dimenticavo: non sono affatto in fase depressiva. Sono lucidissimo e felice. E' in momenti come questo che questi pensieri escono fluidi e sereni.
Perché sono stupido e presuntuoso. Perché sono confuso e arrabbiato.
E tu mi ascolti, mi perdoni, mi consoli e diradi le nebbie.
Mi hai ridato trent'anni di vita.
...embè? Sì, sono felice! Felicissimo! Saltellante e scodinzolante dalla felicità. Il momento più felice della mia vita da dieci anni a questa parte.
Non ti ringrazierò mai abbastanza di esistere, di essere con me da quindici anni, di resistere ai miei urti e di concedermi i tuoi pensieri.
E questo mi rende splendidamente felice. Grazie, mio insostituibile amico!
Non c'è gioia nell'attesa, cazzo! Leopardidimmerda, vuoi capirlo o no? Il sabato del villaggio è una cagata pazzesca!
Abbiamo entrambi bisogno uno dell'altro. Sempre.
Questa vita strana ha reso sia me che te incompleti, e meno male che ci siamo incontrati.
May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.
May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you.
May you always be courageous,
Stand upright and be strong,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.
May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
May your heart always be joyful,
May your song always be sung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.
(i migliori auguri...)