febbraio 18, 2011 febbraio 18, 2011

Post-Benigni

L'italia è il Paese più bello del mondo.

E com'è che io voglio scappare via?
febbraio 17, 2011 febbraio 17, 2011

A calci nel culo!

Insegnante condannata ad un mese di carcere

La donna, che ora ha 59 anni ed è in pensione, costrinse un alunno che aveva insultato e preso in giro un compagno dandogli del gay e impedendogli di entrare nel bagno dei maschi, a scrivere "sono un deficiente". "La mia cliente - ha aggiunto il legale - non si dà pace. Si sente tradita dalle istituzioni che ha cercato di garantire anche insegnando ai ragazzi che non si devono discriminare gli altri". "Mi ha detto - ha concluso - che forse alla luce della sentenza sarebbe stato meglio non intervenire".
Di parere contrario il padre dell'alunno: "Ha avuto quello che si meritava. Doveva pagare il conto. Dopo quella punizione sono stato costretto a portare mio figlio dalla psicologo".


Cioè, veramente stiamo a fare? E una pedata con un anfibio taglia 46 in culo ai giudici, al genitore e al bulletto non la diamo? Quasi nessuno dei miei professori sarebbe a piede libero, a quest'ora, e la mia maestra delle elementari, una suora, starebbe scontando l'ergastolo in una fetida cella di un carcere turco.

Poi dicono che uno deve aver fiducia.
febbraio 16, 2011 febbraio 16, 2011

Stato confusionale

Hymn + Nel perdono  ==>  ± Amanda è libera



No, non sono in grado di fare i merge di filmati, musiche o foto. Non è proprio roba mia.

Se volete, visto che avete una grande fantasia, immaginate! :)



Andate prima al punto 0:19 di questo brano, e ascoltate per venti secondi.







Poi vi sciroppate tutto fino a 3:41... SCHERZAVO! EHI! GIU' LE MANI! Peggio di La Russa.... eccheccazzo!

Dicevo: saltate al 3:41 e ascoltate per una quarantina di secondi il ritornello.







Ora, forse, dovreste essere ancora in grado di intendere e di volere, pronti ad ascoltare il brano sentito ieri.

Esattamente dal punto 1:16. Non oltre 1:55, altrimenti vi sciroppate l'intermezzo arabeggiante... che se ne poteva fare volentieri a meno.







No, sicuramente non è un plagio, non ci sono gli elementi per dirlo. Sono sonorità "già sentite" e accattivanti.

Diciamo le stesse osservazioni che sono state mosse per anni a Ivana Spagna, Venditti, Zucchero, Pezzali... Capite cosa intendo, vero?
Perché Sanremo è Sanremo. Sessantunesima edizione.



Ho acceso in tempo il televisore, per fortuna.

Sì? Oddio... mai visto niente di più NO IO SO!

Però sono in ritardo con la telecronaca. Sono le 22.08 e andrò un po' in ordine sparso.



Le due vallette non sono ancora entrate in scena. Potevano dirlo subito che avevano un contratto part-time. La crisi, ah, la crisi.



Ma siccome quest'anno pare veramente che le canzoni siano meglio del resto, comincio subitissimo!



Giusy Ferreri - Il mare immenso

Look strepitoso, tanto da esclamare "Ah, finalmente una che non s'è rifatta le tette!". Canzone di Bungaro, che ho immaginato magicamente cantata da Patty Pravo per riuscire a farmela piacere.

Probabilmente aveva problemi con le regolazioni del microfono: o non si sentiva nulla o sembrava che l'avesse ingoiato. Ah, dite che era realmente così? CATTIVI!

Voto: 7 per la canzone, 4 per l'interpretazione (eh, il pregiudizio).



Luca Barbarossa e Raquel del Rosario - Fino in fondo

Bella canzone, orecchiabile, sentimentale, tipicamente sanremese. La voce di lui è sempre in forma e quella della signora Alonso è una bella scoperta. Non mi piacciono insieme, non si amalgamano bene.

Voto: 7.



(Ore 22.14... eccole. Beh, sono proprio splendide! Due vestiti di gran classe e look sopraffino. Sono simpatiche come dei ricci nelle mutande, ma per la situazione può andar già bene: sempre meglio di Morandi!)



Anna Tatangelo - Bastardo

No, vestita così non si può vedere. Immagino già la sua creatura "ma è la mamma quella?"... E la canzone è un po' meno d'alessiana del solito, complice un'overdose di violini nell'arrangiamento. Quasi ascoltabile.

Voto: 5.



Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore

Non dico un capolavoro, ma un testo ben fatto e una melodia semplice e d'impatto. Il Professore non si smentisce. Devo solo scoprire a che brano somiglia, ma per far questo ho bisogno di risentirla.

Voto: 8.



La Crus - Io confesso

E pensare che questa canzone fu presentata l'anno scorso a Sanremo da Giusy Ferreri ma poi decise di non cantarla più (Fonte: TV Sorrisi e Canzoni). Io l'avrei preso come un segno divino. Pretenziosa, troppo! Sembra dire "noi semo bbbravi e voi nun sete...".

Voto: 5.



Max Pezzali - Il mio secondo tempo

Uguale a se stesso da sempre, nel look, nella vocalità, nella melodia... Evitabile.

Voto: 4.5.



Davide Van de Sfroos - Yanez

Ritmicamente soddisfacente, la tromba è BELLA! La melodia è piaaaaaaaaaatta, e grazie al testo ho capito più o meno tutto quello che diceva (mi che sun terùn).

Voto: 6, per il coraggio.



Che hanno fatto a Luca e Paolo, li hanno drogati? Il guinzaglio è corto? Ora entrano e vediamo...

...ecco, meglio che non entravano. Il duetto Silvio-Gianfranco era terribile. Più che scontato e più che inadeguato all'occasione. Tra l'altro, su una canzone di Morandi... Che originalità!



Anna Oxa - La mia anima d'uomo

Ahò, a me me piace! Energica, da brividi, armonicamente interessante, melodicamente raffinata. Il look è come al solito sorprendente: quei capelli, quei capelli! E i pantaloni pelosi?!

Voto: 8, niente di meno.



Tricarico - Tre colori

Cazzo! Il fagotto! IL FAGOTTO! Che goduria! Solo per quello merita 10! E Mesolella? Parliamone pure!

Che bella canzone sognante e delicata, su un argomento attuale e controverso, e un arrangiamento da brividi. Forse non è propriamente sanremese, ma se non ci scolliamo dai cliché, il Festival sarà sempre la solita boiata. E invece no! BRAVO TRICARICO!

Voto: 8.5.



Morandi... Morandi... che noia! Che barba! CHE NOIA!



Emma Marrone e i Modà - Arriverà

Io i Modà non li perdono per quella estrema porcheria neomelodica chiamata "La notte".

Il brano è in stile Negramaro, un po' meno beat, un po' più raffinata... Però non è male, forse un po' gridazzata, ecco.

Voto: 6.5, ma mi vergogno.



Devo dire che il livello delle canzoni di quest'anno è nettamente superiore rispetto agli altri anni. Meno gossip sui cantanti e più musica. Mi piace! Peccato per Morandi, troppo troppo troppo lento.

La regia è misurata, senza colpi di testa. E i nuovi abiti delle due gno... ehm... vallette sono strepitosi, ma quelle anche con due stracci addosso...

Ottima la scelta di fare a meno della scala e cattiva quella di fare a meno dei fiori.



Luca Madonia e Franco Battiato - L'alieno

Catania forever. Il synth tipico di Battiato fa sempre un certo effetto e la canzone è orecchiabile, con un arrangiamento mirabile. Vedere Madonia e sapere che ora ha più di cinquant'anni, mi fa sentire decisamente vecchio, visto che lo ricordo coi Denovo come se fosse ieri.

Voto: 7.5.



Patty Pravo e il suo nido di rondini in testa - Il vento e le rose

Una signora ultrasessantenne che litiga con la tonalità della canzone (pur lineare, per non dire banale). Ecco, tutto ciò non rende merito alla storia dell'artista Patty Pravo. Perché costringerci?

Voto: 3.5.



Belen e il tango. Non male, un po' rigidina ma va. Ora facciamo recitare la Canalis.



Nathalie - Vivo sospesa

Sembra sospesa sull'intonazione giusta come un bruco di processionaria su un cavo elettrico: comunque vada, qualcuno si fa male. L'unica cosa che mi piace è l'ostinato di rullante.

Voto: 4.



La cosa di cui non riesco a capacitarmi è PERCHE' c'è un brano per ciascun ingresso degli artisti. C'è qualche collegamento? Mah...

E dulcis in findus, Albano, accolto con "ennonhoamatomai lllllavita..." eseguito al theremin. A volte ritornano. Cioè sempre.



Albano - Amanda è libera

Se non fosse starnazz... ehm... cantata da Albano, la canzone sarebbe perfino decente. E il ritornello sembra la copia di una copia: ricorda molto "Nel perdono", che a sua volta ricordava "Hymn" degli Ultravox. Non capisco l'intermezzo mediorientaleggiante. Mah.

Voto: 6 per la canzone, 3 per l'interpretazione.



Pronostico: eliminati Oxa e La Crus. Per me potrebbero andar via Patty Pravo e Nathalie.
febbraio 14, 2011 febbraio 14, 2011
(COGLIONE!)



Non sei riuscito a concludere nulla

non sei riuscito a farti rispettare

non sei riuscito a non fare cazzate

non ci sei riuscito!



Non sei riuscito mai a cambiare

non sei riuscito a non vomitare

non sei riuscito perché non ti applichi

non sei riuscito a finire gli studi

non sei riuscito a diventare qualcuno

non ci sei riuscito!



Non sei riuscito a cogliere l'occasione

non sei riuscito a svoltare

non sei riuscito a farmi stare meglio

non ci sei riuscito!



Non sei riuscito a fare come tutti gli altri

non sei riuscito a darci un taglio

non sei riuscito ad essere puntuale

non sei riuscito a farmi venire

non ci sei riuscito!

BASTARDO!
febbraio 13, 2011 febbraio 13, 2011
Istrice



La più bella canzone in assoluto dei Subsonica. Video più che inquietante, per me che sono molto impressionabile, ma riconosco che la fotografia è spettacolare.







Godetene tutti!
L'elefante (AKA Conferme)



Stasera ho capito perché ho buttato nel cesso quindici anni di amicizia con una persona: non è più quello che ho conosciuto.



Certo, in quindici anni si cambia, e fesso è chi non lo fa; pure io mi sono rivoltato come un calzino più volte, con risultati alterni, e nel complesso credo di essere un uomo migliore di allora.

Però non posso tollerare che la persona sensibile ed attenta che conoscevo si sia trasformata in un elefante che travolge tutto e tutti, sorvolando sui problemi dei suoi amici, "steccando" così clamorosamente gli interventi e facendosi le seghe sulla sua stessa curiosità culturale.



Ho sofferto molto, moltissimo per la perdita. Ma ora ho la certezza di aver smesso.
febbraio 12, 2011 febbraio 12, 2011
BASTA COL BIANCO E NERO!







Inizio per la prima volta a colorare la mia vita.
Merda!







Ho chiuso il mio account Facebook. Evviva!
febbraio 08, 2011 febbraio 08, 2011
Un doppio salto negli Anni Ottanta



1- Esterno notte. Sono le 22 e c'è una ragazza che cammina a passo spedito sul marciapiede di fronte, con una busta dell'immondizia. In senso opposto arriva un 30-35enne vestito tutto di nero.

Lui si ferma davanti a lei: "Ci possiamo conoscere?"

Lei: "No."

Lui: "Ma nemmeno un bacetto?"

Lei: "Ma vallo a dare a quelli di casa tua!" e si allontana verso i bidoni.



Non accorgendosi che ne ha appena incontrato uno.



2- Esterno notte. Tornando dal consueto giro notturno, alle 2 di notte mi fermo davanti ad un distributore automatico di sigarette. Arrivo e trovo un ometto lercio e riccio di età non quantificabile (27 o anche 40 anni) in apparente stato confusionale, che armeggia con la macchinetta. Manca poco che la prende a calci, e allora gli consiglio di riinserire la scheda e di ricominciare l'operazione. "MA LEI HA I SOLDI MIEI!". Ecco, in quel momento preciso, una zaffata di fiatella all'alcool investe il mio viso. Un'altra alitata e mi sarei ubriacato!

Mi tengo a distanza, gli indico le operazioni da fare e... no... attacca bottone! "Sai, la macchinetta non funziona, i soldi finiscono dentro al tabbacchino, I SOLDI MIEI, capito? e non ti dà nemmeno lo scontrino" nel frattempo io compro le mie sigarette in maniera MOLTO veloce "sono andato dal tipo e l'ho gridato perché c'erano dentro al negozio LE MIE DUE EURO, ho sentito il rumore tic tic tic che rotolavano dentro e..." (tutto il discorso per due o tre volte in maniera sempre più dettagliata, fiatella inclusa: m'è sembrato di sentire anche un retrogusto di cotechino e lenticchie di capodanno)

"Scusami"

"Eh..."

"Devo andare a dormire, è molto tardi"

"Pure io"

"Ciao"

"Eh, sta macchinetta puttana, mi sentirà"



Eh, anch'io ne ho incontrato uno.
febbraio 05, 2011 febbraio 05, 2011
Ritualità/1

 

Stai lavorando. Il programma che stai creando ha tutta l’aria che funzionerà, è da stamattina che ci lavori e hai gli occhi a palla. Sei riuscito dopo una lunga trattativa a convincere il cliente che stai servendo, il quale perciò comprerà questa splendida lucidissima auto full optional da ottantamila euro. Guardi l’orologio, sono le 12.34. Stranamente oggi il soffitto ti sembra grigio invece che bianco, e anche il monitor sembra più scuro. Controlli la luminosità e il contrasto dello schermo. Inviti il cliente alla scrivania per i dettagli del contratto, i sorrisi si sprecano. Accanto c’è un panificio che spande l’odore all’interno della tua stanza, del tuo locale… odore di focaccia calda. No, il monitor non va bene, sembra sempre troppo chiaro o troppo scuro. E scruti l’albero di fronte, che ha perso quasi del tutto le foglie: quest’autunno è veramente più caldo del normale. Lui vuol far trasferire l’auto a Bari, lontana decine di chilometri da qui, e ti chiedi perché non può farlo da solo. Guardi l’orologio, sono le 12.46. Trovi carina la tipa del palazzo di fronte, ma non come quella del terzo piano, s’intende. Chiami il call center perché ti dicano loro come fare, o se magari a Bari c’è un’auto identica a questa. Guardi l’orologio, sono le 12.52. L’orologio del PC non è sincronizzato con quello al polso, ci metti pochissimo a cambiare l’orologio di sistema. Però anche il desktop ha bisogno di una sistemata. La sede centrale ti dice di chiamare la concessionaria di Bari. Guardi l’orologio - che profumo! - sono le 12.57. Salvi il file, controlli se i download proseguono, chiudi la porta e scendi al panificio. Fingi di chiamare Bari e rimandi a casa il cliente. L’appuntamento slitta al pomeriggio. Quindi abbassi la saracinesca ed esci a prendere un po’ di focaccia.

Guardi l’orologio, sono le 13.01. “Buongiorno, mi dà mezza ruota di focaccia?” “Per me l’altra metà, grazie.”

 

Ritualità/2

 

Ah, questa chiacchierata ti piace proprio: da troppo tempo non parlavi così a lungo con un amico che sa ascoltare le tue paranoie, i tuoi sfoghi e che sa ridere con te! Guardi l’orologio, sono le 2.13. Ti rimetti il giubbotto in fretta e furia, saluti l’amico e torni a casa.

 

Ritualità/3

 

Giusto alla fine del film doveva scapparti?
febbraio 03, 2011 febbraio 03, 2011
Il Diamante



Mercoledì 26 gennaio 2011, finalmente la partenza per Genova. Una partenza tanto attesa, tanto desiderata, da anni.



Il volo mi lascia un po' sconvolto. Il Boeing 737 Ryanair è stretto come un pollaio a batteria: mi ritrovo sull'ala, con le ginocchia in bocca, il giubbotto troppo ingombrante tra le braccia e fa caldo oltre misura. Mentre sotto di noi l'Italia è completamente ricoperta di nuvole e neve. Hostess e steward condannati a vagare nei corridoi cercando di piazzarti snack improponibili a prezzi da strozzo, profumi, gratta e vinci, orologi, gadget... E alla fine, un ORRENDO jingle che annuncia l'atterraggio riuscito, con l'immancabile applauso pecoreccio. Cominciamo bene, penso.



Appena fuori dall'aeroporto, incontro dal vivo per la prima volta il mio ineffabile amico di sempre. Non so cosa pensare, tranne "ommioddio in che mani mi sono messo". :D



Non sapevo però che la prova più grande doveva arrivare di lì a pochi minuti...



  Il bed & breakfast (ma sarebbe meglio definirlo "bad & coffee")



  Una stanzetta-cubicolo in un gigantesco appartamento in centrolevante, abitato da una donna, sua madre e due cagnetti bercianti.

  La proprietaria cerca di proporre un'amicizia tra me e i cani. Rifiutata prontamente! In subordine, per rendersi simpatica, mi propone di rispondere alle domande di "Chi vuol essere milionario". Cedo per qualche minuto, ma mi rendo conto che potrebbe essere la mia fine. Via, subito in stanza! E al diavolo i cagnetti molesti!

  L'anziana sorride con gli occhi stretti e con la fissità tipica di un mix fatto da demenza fronto-temporale, ipoacusia e dentiera di Michele Cucuzza*. Da sognarla di notte, credetemi!

  E non sarebbe nemmeno l'incubo peggiore, in un appartamento dove il pavimento non vede uno straccio dal 1978, i nemici dell'igiene sono grandi come funghi porcini e i ragni nel bagno ti aprono perfino il rubinetto dell'acqua calda! Al prezzo di 30€ al giorno, quindi, col posto letto, ho ricevuto anche il caffè e due biscotti ogni mattino e la possibilità concreta di contrarre la legionella. Un affare, un affarone!



Genova è meravigliosa, un po' cupa e gelida per tre giorni su cinque, ma quando il cielo decide di illuminare i suoi tesori, allora riesci a vivere come un genovese, sospeso tra monti e mare, tra incantevoli palazzoni liberty e vicoli incorniciati da case scrostate. La sua storia è talmente grandiosa che tornarvi dopo quasi tredici anni è stato come averla lasciata l'altro ieri.



E ai giri con l'amico fraterno si alternano le cene con una coppia di amici (più bimba) della mia città, ormai lì da anni. E quindi Quarto, Boccadasse, Foce, il parco Govi, il Belvedere, la Fiumara, Sampierdarena, Recco, il Porto Antico, il museo del Risorgimento con una delle quattro versioni del celeberrimo "Bacio" di Francesco Hayez... tanti brividi uno dopo l'altro.



E poi Torino. Fino al giorno prima ero assolutamente incerto se andarci... proprio perché avevo attraversato la manifestazione della FIOM-CGIL [io fotografavo tranquillo i telamoni di un palazzo liberty, mi affiancano minacciosi due camalli stagionati e mi fanno "EH NO, NON E' IL CASO!" e io "Eh, scusate, figuriamoci", riponendo la fotocamera diligentemente... O_o] e non sapevo quale fossero gli sviluppi. Non solo, ma c'era anche il pericolo neve! Infine, sabato 29 mi sveglio alle 7, mi lancio a Brignole alle 7.40 senza sapere gli orari, o la va o la spacca! Compro i biglietti A/R per Torino, partenza alle 8.20. Salgo sul treno, mi accomodo e... il treno PARTE alle 8.10!!! AIUTO! DOVE VA? Lo chiedo al controllore che fortunatamente è salito dietro di me... "Va a Milano!". EH? A MILANO? MA IO DEVO ANDARE A TORINO! "Scenda a Principe e prenda il treno dopo". Minchia che spavento. Così faccio, e alla fine arrivo a Porta Nuova, accolto da timidi fiocchi di neve.







Torino è maestosa, enorme, un po' malinconica direi. Beh, non c'è il mare. Non ci potrei mai vivere. Ma è una delle mie dimensioni ideali.

La Mole e l'ascensore panoramico... che figata MOSTRUOSA! Il Museo Egizio, un sogno da quand'ero bambino! Casasonica, il più recente dei miei sogni musicali! Il Po, e un germano reale che vi sguazza!

Dopo sei chilometri a piedi in giro per il centro, torno a Genova FE LI CE!



Infine, una dedica. Al mio grande amico e fratello che mi ha ospitato e sopportato in questi giorni splendidi, al Diamante che gioca a fare il pezzetto di roccia. Grazie per avermi accompagnato, per aver spuntato alcuni aculei e grazie per non aver rinunciato all'irrinunciabile.







Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.







* Da "Il mondo di Quark" (leggerlo con il sottofondo dell'Aria sulla quarta corda di Bach): uno degli effetti della demenza fronto-temporale è la perdita del senso del pudore, la disinibizione. Quindi il sorriso della vecchietta era fisso e cupido al punto che non sapevo se voleva mettersi nuda, se non mi capiva o se aveva la dentiera incastrata.
febbraio 02, 2011 febbraio 02, 2011
gennaio 24, 2011 gennaio 24, 2011
Ancora non ci credo!



Cinque giorni senza sentir parlare di calcio. Ritemprerò le mie orecchie e i miei due neuroni.
gennaio 12, 2011 gennaio 12, 2011
Delurking day (ché io sono uno alla moda!)



Giovani, fanciulli, cantori, donne, uomini, pervertiti, parcheggiatori abusivi, vecchie, bionde, bruni, ipertricotici, cuoche, divoratori di emozioni, ricchi, poveri e mezzani, e tutti gli altri normali ed anormali...



...se state leggendo, LASCIATE UN COMMENDO!







Sennò vi viene la diarrea a spruzzo e un brufolo sotto le palpebre!
gennaio 07, 2011 gennaio 07, 2011
Spinoza.it mi fa ridere



(Il mio primo post dell'anno è un'autocit.)




I format sono nocivi. Appiattiscono e sviliscono l’iniziativa personale e la creatività; raccolgono, sminuzzano, ricompongono le eccellenze fino a farle diventare omogeneizzate. Sì, proprio come le pappine delle quali non si riconoscono più gli ingredienti.



La commercializzazione è nociva. Dà cinicamente un prezzo a ciò che potrebbe tranquillamente continuare a non averne; regola artificiosamente l’accessibilità delle risorse a seconda del prezzo che si fissa per loro; riempie di messaggi indesiderati lo spazio – fisico, virtuale, televisivo – destinato alla risorsa.



La spettacolarizzazione è nociva. Devia l’attenzione del destinatario verso particolari scabrosi o negletti, quando questa dovrebbe essere indirizzata verso il nocciolo dell’oggetto in questione; provoca accanimento morboso nei confronti di piccole ed insignificanti informazioni di contorno, lasciando sfuggire le grandi potenzialità della risorsa; infine, provoca assuefazione e fa in modo che il destinatario chieda sempre di più e comprenda sempre meno.



Ora. Sia Berlusconi che Spinoza credo rientrino nello spettro della spettacolarizzazione, della commercializzazione e dell’assoggettamento ad un format, rispettivamente per la politica e per la satira e l’umorismo.

E’ importante però dire che il livello di nocività relativa dei due “offendenti” è completamente diverso. Berlusconi è il capo del Governo e con le sue scelte influenza in ogni momento il nostro stile di vita, la quotidianità, la dieta alla quale si sottopone il nostro portafogli. Spinoza… beh… basta non cliccare e non ci fa nulla. Per la serie: “se un albero in Amazzonia cade e noi non lo sentiamo, è mai esistito? è mai caduto?”.


dicembre 31, 2010 dicembre 31, 2010
Addio 2010



Fra poco porterai via i tuoi ultimi respiri, i tuoi ultimi secondi, mentre in Nuova Zelanda già non ci sei più da un pezzo e la gente dorme nel 2011.

Volando per non so dove, ti porti via il mio amico più caro, cacciato via dalla tua complice prediletta, la mia impulsività.

Porti via con te le tre cose alle quali più tenevo al mondo: il mio gruppo di amici, il mio coro e il mio gruppo di percussioni. Negli ultimi dieci giorni sei riuscito a metterti sulle spalle un peso così grande: 15 anni di amicizia, 8 anni di coro e 4 di percussioni.

Porti via anche i cinque chili che avevo perso e i quattro mesi senza sigarette, per non farmi sentire eccessivamente l'horror vacui. Lo so, lo fai per me.



Visto che vai via, e che non ti vedrò più, ti prego... prima di andartene definitivamente, accogli il mio sereno, cordiale e consapevole VAFFANCULO.



Amen.
dicembre 18, 2010 dicembre 18, 2010
Personalissimo Post sotto l'Albero 2010




Col naso in su




Per le strade di una grande città un bambino vaga da solo alla ricerca di un po’ di calore. Si avvicina il Natale e tutti si affrettano a comprare regali per i propri cari, giocattoli per i più piccoli, biglietti di auguri per i parenti lontani. Il bambino gioca con le nuvolette di fiato, soffia sulle mani e le risucchia, poi soffia ancora per scaldarsele, continuando a camminare in quella via piena di luci. Talvolta si perde nelle luminarie, conta le lampadine, di filo in filo si incanta ed inciampa nei piedi dei frettolosi passanti. I palazzi sono troppo alti, gli sarebbe piaciuto vedere anche qualche stella vera, per confrontarla con quelle elettriche nelle vetrine dei negozi. Ahmed gira per le strade col naso in su, cercando tra gli spicchi di cielo nero le stesse stelle del paese di suo padre, quelle mille stelle che parlano ai bimbi di dolci e calde notti. Inciampa in una mattonella sconnessa e cade; non piange, si rialza e ricomincia a camminare guardando in alto. Soffia ancora tra le mani, il calore effimero del fiato placa per qualche istante il freddo. Un fiocco di neve. Un altro. Ahmed segue con lo sguardo i fiocchi che, usciti da qualche buchetto del cielo nero, scendono lenti. Forse le stelle sono i buchetti dai quali escono i fiocchi. Forse sono piccoli pezzi di sole che cadono. Il bambino corre a bocca aperta per riuscire a mangiarne qualcuno, per riscaldarsi un po’. I fiocchi sono veramente tanti, pungono il viso, sono freddi, ma se solo riuscisse a mangiarne uno, sarebbe bellissimo. Se solo riuscisse a mangiarne uno, potrebbe sorgere il sole per riscaldare la terra. Ahmed salta e poi serra le labbra. Se solo riuscisse a mangiarne uno, fiumi di cioccolata fusa comincerebbero a inondare le strade.



Se solo riuscissi a mettere in fila quei sei numeri. SETTE. Potrei comprarmi una villa gigantesca in Sardegna, in riva al mare, con una dépendance per gli amici, che potrebbero venire a trovarmi quando vogliono. E, a bordo piscina, fare l’alba ogni notte e poi dormire tutto il giorno. Se solo riuscissi a mettere in fila quei sei numeri. VENTUNO. Mamma mia, farei il giro del mondo più volte, senza bagagli, senza pensieri, con le persone più care. Sarebbe festa tutto l’anno. Se solo riuscissi a mettere in fila quei sei numeri. CINQUANTUNO. Meglio che ora torni a casa, è tardi e la mamma avrà sicuramente già messo la pentola sul fuoco. Che bel giubbotto, proprio il colore che mi piace. Per Natale potrei regalarmelo. Chissà quanto costa. Trecentosessantanove euro. Ammazza. Se solo riuscissi a mettere in fila quei sei numeri. Sessantanove più tre. SETTANTADUE. Quante lampadine quest’anno, sono proprio deliziose. Due quattro sei otto dieci dodici. Il tram. La targa. 789. Se solo riuscissi a mettere in fila quei sei numeri.  Settantotto più nove. OTTANTASETTE. Quattordici sedici diciotto. Sarà l’ultimo dei sei numeri. Ventisei ventotto trenta. Ma vedi un po’ se devo stare col naso in su a contare le lampadine. Cinquantadue cinquantaquattro cinquantasei. Se solo riuscissi a mettere in fila quei sei numeri. Ottantadue ottantaquattro otta… MA CHE… BAMBINO, E GUARDA DOVE METTI I PIEDI! Ma guarda un po’ questo sbadato che guarda in aria! Ho perso il conto! MERDA!
dicembre 15, 2010 dicembre 15, 2010
L'unico post al mondo con il titolo alla fine.



Carota, uovo o caffè?



Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili. Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta. Era stanca di lottare.



Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro.

Lì riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco. Quando l'acqua delle tre pentole stava bollendo, in una collocò carote, in un'altra collocò uova e nell'ultima collocò grani di caffè. Lasciò bollire l'acqua senza dire parola. La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre.

Dopo venti minuti egli spense il fuoco. Tirò fuori le carote e le collocò in una scodella. Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto. Finalmente, colò il caffè e lo mise in un terzo recipiente. Guardando sua figlia, le chiese: "Cara figlia mia, carote, uova o caffè?



La fece avvicinare e le chiese che toccasse le carote: ella lo fece e notò che erano soffici. Le chiese quindi di prendere un uovo e di romperlo: mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l'uovo sodo. Poi le chiese che provasse il caffè, ed ella sorrise deliziata mentre godeva del suo ricco aroma. Umilmente la figlia domandò: "Cosa significa questo, padre?"



Egli le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, "l'acqua bollente", ma avevano reagito in maniera differente. La carota arrivò all'acqua forte, dura, superba; ma dopo avere passato per l'acqua, bollendo era diventata debole, facile da disfare. L'uovo era arrivato all'acqua fragile, il suo guscio fine proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato in acqua, bollendo, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffè, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l'acqua.

"Quale sei tu, figlia?", le chiese. "Quando l'avversità suona alla tua porta, come rispondi? Sei una carota che sembra forte, ma quando l'avversità ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza? Sei un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una morte, una separazione, un licenziamento, una pietra durante il tragitto diventa duro, rigido e impenetrabile? Con uno spirito ed un cuore indurito? O sei come un grano di caffè? Il caffè cambia l'acqua, l'elemento che gli causa dolore. Quando l'acqua arriva al punto di ebollizione, il caffè raggiunge il suo miglior sapore.

Se sei come il grano di caffè, quando le cose si mettono peggio, tu reagisci in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai sì che le cose che ti succedono migliorino, che esista sempre una luce che illumina la tua strada davanti all'avversità e quella della gente che ti circonda. Per questo motivo non mancare mai di diffondere la tua forza e la tua positività a chi ti circonda come il dolce aroma del caffè!".

Tu cosa sei? Carota, uovo o caffè?




Sono un uovo
dicembre 14, 2010 dicembre 14, 2010
Voglio scendere!



Voglio abbandonare questa vita, gli errori che ho fatto e che continuo a commettere. E' troppo per me, è troppo doloroso.

Come si può vivere con tanto dolore in corpo?
dicembre 09, 2010 dicembre 09, 2010
Ah, se solo sapessi com'è brutto non essere te.



Corollario:

Non ti ho mai amato, quindi non ti odierò; non ti ho mai abbracciato, quindi mai ti torturerò.
dicembre 06, 2010 dicembre 06, 2010
Punti di vista







Negli USA:

Un gruppo di uomini vestiti in viola festeggiano sorridenti la demolizione del vecchio stadio di football. Armati di detonatore, sono pronti a vivere un sogno: è il primo passo per la costruzione di un nuovo e più moderno stadio dove sostenere la squadra del cuore.



In Italia:

Un gruppo di uomini vestiti in viola festeggiano sorridenti la demolizione del vecchio stadio di calcio. Armati di detonatore, sono pronti a vivere un sogno: è il primo passo verso un appalto milionario per la costruzione di un nuovo e più moderno stadio dove giocherà una squadra qualunque, chissà quando, chissà se.
dicembre 04, 2010 dicembre 04, 2010
In media ci sto dentro - La Pina







How can U feel when your baby's gone. How can U feel when your friend is gone.

You try to turn, you pray all night. You try to turn, you cry all night.



Ascoltami perché ti sto pregando non so chi sei ma so che puoi e adesso c'ho bisogno. Concedimi, se hai un minuto libero di chiederti un poco di attenzione e privacy, di solito è da sola che mi sbrigo, in media ci sto dentro e sopravvivo ma questa volta meno e mo' ti spiego:

Per effetto del medesimo incantesimo qui spariscono persone come in preda a un esodo e visto che l'ennesimo si è dato mi chiedo dove va tutta 'sta gente che non ho neppure salutato. Concedici i supplementari giusto il tempo di un minuto, stai un secondo muto, regalaci un minuto di realizzo, spazio, un posto per nasconderci lo strazio, che cazzo, non e' chiedere tanto, rispetto a cio' che in cambio, io asciughero' il mio pianto ma tu restami accanto.



How can U feel when your baby's gone. In media ci sto dentro e sopravvivo.

How can U feel when your friend is gone. Ma questa volta meno.

You try to turn, you pray all night. Tutta la notte...

You try to turn, you cry all night.



Io per ogni storia voglio un tot di Giga di memoria perché non muoia mai neanche un file perché rimanga lucida, fino all'ultima emozione perche' se perdo colpi ricordi storpi fan confusione ridammi il nome se lo perdo, il verbo se lo scordo, non voglio darmi vinta, una spinta se mi fermo ma dacci una misura anche nel crederti, purtroppo capita, fedi di plastica vogliono venderti.

Misericordia per la mia vendetta accetta lo scalpo del nemico che mi spetta, è un dono, e sai che solo a te chiedo perdono, se tu fai la tua parte io non abbandono.



How can U feel when your baby's gone. In media ci sto dentro e sopravvivo.

How can U feel when your friend is gone. Ma questa volta meno.

You try to turn, you pray all night. Tutta la notte ci provo.

You try to turn, you cry all night.



Tu mi conosci e sai come mi piglia prima di tutto mi familia, so che si raccoglie quello che si semina

ma un occhio di riguardo a mia sorella Elena e non è una delega, sorveglia quelli in crescita oggi e domani, Matilde e Shani, scalda le mani di chi si arrangia, di chi non mangia, perché qualcuno si è servito doppio, se tu sei l'oppio stona questi popoli, ritira i diavoli, mandaci in soccorso gli alleati, messi alati, soldati, qualcuno dalla nostra, non voglio niente a gratis, so quello che costa ho fede quanto basta e già conosco la risposta. Non dubito: in cambio le mie rime sul tuo pulpito ma tu intervieni subito, ti prego, ricorda la masnada di scampati per un pelo, gli spostati senza credo, lo so che sai distinguere il falso dal vero.



How can U feel when your baby's gone. In media ci sto dentro e sopravvivo.

How can U feel when your friend is gone. Ma questa volta meno.

You try to turn, you pray all night. Tutta la notte ci provo.

You try to turn, you cry all night.



How can U feel when your baby's gone. Tu mi conosci e sai come mi piglia.

How can U feel when your friend is gone. Prima di tutto mi familia.

You try to turn, you pray all night.

You try to turn, you cry all night.
Piccolo spazio pubblicità



Ovviamente, come ogni anno, ho contratto un raffreddore particolarmente violento.

Invece che concentrarsi sulla trachea, stavolta si è manifestato con una rinite assolutamente resistente a TUTTO.

Il muco è diventato subito giallo, quindi al secondo giorno ho cominciato con l'assunzione di antibiotici.



Per sbloccare il naso l'unico farmaco che mi fa effetto è la Rinazina, ma ormai l'ho presa così tante volte e per anni, che ogni volta che la spruzzo ho come la sensazione di farmi gli sciacqui con l'acido muriatico.



Quindi ho provato con le irrigazioni di soluzione fisiologica. La durata dell'effetto è tre secondi netti, poi si ri-tappa tutto, lasciando la sensazione di aver fatto una capriola in mare senza soffiare... e un gran mal di testa.

Canfora naturale: niente di niente.

Inalazione di semi di nigella sativa: mango po' cazzo.

Rinogutt: acqua fresca.



Alla fine sono andato dal medico, perché non respiravo più da due giorni. Mi ha consigliato il RINOFLUIMUCIL, una specie di disgorgante per lavandini al gradevole profumo di zolfo. Sembra di inalare l'intera solfatara di Pozzuoli, ma con soli quattro spruzzi per narice ho trascorso una serata più o meno tranquilla e una notte serena.

Ora il naso è assolutamente libero.



Non è consigliabile assumerlo senza prescrizione, ma se avete una rinite di proporzioni epiche e vi serve qualcosa di simile all'Idraulico liquido, proponetelo al vostro medico, che saprà dirvi se fa al caso vostro. Con meno di sei euro ho risolto il problema.



Effetti collaterali: non potrete baciare il partner per almeno un'oretta, né parlare stando vicino a qualcuno. La puzza di uova marce è insopportabile. Ma tanto, se avete la rinite, almeno VOI non sentirete nulla!
dicembre 01, 2010 dicembre 01, 2010
Oddio, m'è semblato di vedele un liblo!



Non mi piace leggere libri, soprattutto romanzi. E' che non mi piacciono le storie: non riesco ad entrare nel vivo, non ricordo i nomi dei protagonisti e, se sono al cinema, mi annoio al punto di voler scappare a metà, anche se non l'ho mai fatto, pentendomi regolarmente di essere entrato.



Su Facebook da qualche giorno gira una catena con cento titoli di libri, tra i più famosi della letteratura mondiale, nella quale bisogna mettere in neretto i libri letti, in corsivo quelli letti parzialmente e lasciare in carattere piano quelli mai aperti.

Io l'ho fatto "a mente": su cento libri, ne avrei messi in corsivo solo due.



La Bibbia e On the road di Jack Kerouac.



Non chiedetemene il motivo.
novembre 29, 2010 novembre 29, 2010
Sto con te



Non venire a me con l'intera verità:

non portarmi l'oceano

se sono assetato

né il cielo se chiedo luce;

ma domani

un raggio, un suggerimento, un po' di rugiada.

Come l'uccello,

porto via solo una goccia d'acqua,

e come il vento,

solo un granello di sabbia.
novembre 28, 2010 novembre 28, 2010
Insulti creativi



Vai a fare i bocchini alle vuvuzelas! Sai come si fanno? Prendine una in bocca dal lato largo e succhia finché non suona! ©
novembre 27, 2010 novembre 27, 2010
Oggi è un bel giorno



Ho piantato chiodi e li ho rimossi, ma non posso cancellare il ricordo del foro.

Perdonami, se puoi.

Accettami ancora, se vuoi.
novembre 24, 2010 novembre 24, 2010
Chiarezza



Se sei calamita, attiri solo roba di ferro.

Se sei pessimista, per te ci sono solo disgrazie.

Se ti fai chiodo, tutti i martelli sono per te.

Se ti ubriachi da solo, capisci che sei realmente solo al mondo.
Titoli (da repubblica.it)



''Nel Pdl ribellioni da persone leali con Berlusconi''

Bocchino: ''Sul simbolo decideranno i giudici''

Il notaio: ''Pdl, Fini non ha potere sul simbolo''

Pdl, il sindaco di Terzigno: ''Il simbolo l'ho dato io a Silvio''

Casini: ''Non ci fidiamo di governo e Lega''

Maroni: ''Non faremo la fine del governo Prodi''

Berlusconi: ''Sono il numero uno in Europa''




Senza parole.
novembre 23, 2010 novembre 23, 2010
The one I love is gone







I don't know I don't know

Where I'll go or what I'll do

It makes no difference what I do without you.



Oh I love you my darling

But I'll have to let you leave

Goodbye it's the last you hear of me



Well I found the bluebird

High on a mountainside

And the little bird

would sing its little song.



So I'll sigh, I'll cry

I'll even wanna die

For the one I love is gone.
novembre 19, 2010 novembre 19, 2010
Teka-P - C.T. (Maghini/Rodini)







La Bella, l'Amòr e l'Umanità

tri can bastàrd fioeù de Milàn

cont el C.T. sù on carrètt a motòr

in gir per i straad a informà el mond

Biànch i barbìs, lòngh i cavèi

e tropp i pensèr per sta lì a cuntai

vosava nel ciél, dentr'al castèll

quell ch'el scriveva sui soeu cartèll

còme a l'è... che podi pù parlà



On temp quand l'era non anmò on desperàa

l'era vùn ch'el ghe savèva fà

condìva i discòrs ch'eren faa de niènt

el savèva incantà, incantà la gent

la gent che la và, la gent che la vègn

che la te dà a trà per on moment

la gent che la voeur minga capì

che chi chi inscì sèmm adrèe a morì



Gh'era on tal cont on carr e tri can:

la Bella, l'Umanità e l'Amòr

parlava e vosava dentr'al castèll

parlava e vosava di ond in del ciel



L'hann trovaa

cont i can da fà pissà

disèn ch'el coeùr l'è s'cioppàa

ma l'è l'onda che se l'è ciappàa



Il clero ti uccide con l'onda!...
novembre 10, 2010 novembre 10, 2010
Soledad



Se non hai bisogno del mio amore, lascia che ti abbandoni qui.

Non mendicherò più uno solo dei tuoi sguardi, se i miei ti importunano.

La polvere e la luce cruda del mezzogiorno m'accecano ma, lungo la strada, aspetterà che il tuo cuore, forse, torni a cercare il mio. (Tagore)



No! L'autostop non lo faccio: per strada non aspetterò nessuno.
novembre 06, 2010 novembre 06, 2010
L'Italia è una repubblica democratica fondata sui colloqui



Funziona cosi:

1° colloquio: "Mancano le basi". Il candidato decide di studiare.

2° colloquio: "Manca la specializzazione". Il candidato decide di fare un master.

3° colloquio: "Le manca l'esperienza". Decide di fare pratica.

4° colloquio: "Manca l'abilitazione". E si iscrive all'albo.

5° colloquio: "Guardi, ha superato il limite di età, cerchiamo candidati più giovani. Non la possiamo assumere". Il candidato ha appena compiuto trent'anni ed è un uomo FI NI TO.



Oppure così:

1° colloquio: "Buongiorno". "Buongiorno, lei è...?". "Io sono Mario Rossi, e Le porto i saluti del senatore Giovanni Verdi". "Ricambi con piacere e si rilassi".

Fine.
novembre 05, 2010 novembre 05, 2010
Wrestling felino



Ieri pomeriggio per mezz'ora si sono acciuffati due gatti nel giardino di fronte a casa, fra miagolii di dolore e di sfida. Uno dei due gatti, malconcio, è stato messo al muro dall'altro. Due ragazzi, operai del cantiere vicino, hanno smesso di lavorare per godersi la scena.

E' perfino accorsa ad assistere lo spettacolo la micina mascotte del quartiere, una giovane gatta festosa ed insolente che si fa accarezzare da tutti, la quale si è sporta sul muretto per osservare i colleghi darsele di santa ragione.



Dal balcone ho guardato la scena irreale: tre esseri che osservavano altri due che si picchiavano a sangue!



Non ho resistito: ho chiesto ai due ragazzi di lanciare qualcosa ai gatti, affinché potessero spaventarsi e così dividere le loro strade, almeno per quel momento. Mi faceva pena quel povero gatto ferito, ma ancora di più loro!

Ah, e anche la ragazza del piano di sopra ha voluto dire la sua: "Ma lasciali fare, vediamo!"



Uno sconforto... ma uno sconforto... 'sti deficienti!
novembre 02, 2010 novembre 02, 2010
Decadimento



Mi mancava solo dover citare la Fallaci, per segnare l'estrema putrefazione del mio essere.



Chissà perchè amiamo sempre chi non lo merita, quasi che questo fosse l'unico modo per ristabilire l'equilibrio perduto del mondo. E' la più antica forma di masochismo, quella di amare chi non sa amare, e la più stupida. (O. Fallaci)
ottobre 31, 2010 ottobre 31, 2010
Semplicità



Tutto, prima o poi, finisce. Prima sconforto, poi rassegnazione.



E arriverà la consapevolezza, prima o poi.

U:M!



Resti la mia unica speranza.

Mi cade un mito!



SEMPRELUI scrive: ahah! noi ci sappiamo divertire, che credi? Altri, al posto nostro, si sarebbero già suicidati. Noi no!



IO scrive: darwin ha fallito
ottobre 30, 2010 ottobre 30, 2010


FANCULO!
Pura poesia!



Sì, vaffanculo anche tu…

Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita.

In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi, e che mi ridono alle spalle.

In culo ai lavavetri, che mi sporcano il vetro pulito della macchina.

In culo ai sikh e ai pachistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti. Puzzano di curry da tutti i pori, mi mandano in paranoia le narici. Aspiranti terroristi. E rallentate, cazzo!

In culo ai ragazzi di Chelsea, con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi… e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel.

In culo ai bottegai coreani, con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica. Sono qui da dieci anni e non sanno ancora mettere due parole insieme.

In culo ai russi di Brighton Beach. Mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro tè con una zolletta di zucchero tra i denti. Rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove cazzo siete venuti!

In culo agli ebrei ortodossi, che vanno su e giù per la 47ma nei loro soprabiti imbiancati di forfora, a vendere diamanti del Sudafrica dell’apartheid.

In culo agli agenti di borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell’universo. Quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas-Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora.

Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita. E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino? Ma fatemi il cazzo di piacere!

In culo alla Tyco, alla ImClone, all’Adelphia, alla WordsCom!

In culo ai portoricani, venti in una macchina e fanno crescere le spese dell’assistenza sociale. E non fatemi parlare di quei pipponi dei dominicani: al loro confronto i portoricani sono proprio dei fenomeni.

In culo agli italiani di Bensonhurst, con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant’Antonio… che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi sperando in un’audizione per I Soprano.

In culo alle signore dell’Upper East Side, con i loro foulard di Hermès e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari, con le loro facce pompate di silicone, truccate, laccate e liftate. Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!

In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa! E muovete le chiappe, è ora…

In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!

In culo al preti che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla Chiesa che li protegge, non liberandoci dal Male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo: se l’è cavata con poco. Un giorno sulla croce, un week-end all’Inferno, e poi gli alleluja degli angeli per tutto il resto dell’Eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville.

In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell’eternità con le vostre 72 puttane ad arrostire a fuoco lento all’Inferno. Stronzi cammellieri con l’asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi!

In culo a Jacob Elinksy, lamentoso e scontento. In culo a Francis Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza. In culo a Naturelle Riviera: le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena, mi ha venduto alla polizia, maledetta puttana. In culo a mio padre, con il suo insanabile dolore, che beve acqua minerale dietro il banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri e inneggiando ai “Bronx Bombers”.

In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di SoHo, dai palazzoni di Alphabet City alle case di pietra di Park Row e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare, che gli incendi la distruggano, che bruci fino a diventare cenere e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi.

No…

No: in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l’hai buttato via, brutto testa di cazzo!


Rinascita



Dopo una serata come questa, non posso far altro che sorridere: non ci potrà mai essere nulla di peggio.

ottobre 29, 2010 ottobre 29, 2010
Avvelenarsi for dummies



Manuale breve e semplificato per rovinarsi la vita e rovinarla agli altri.

1 - Scegliere gli amici sbagliati e tenerseli a lungo.

2 - Scegliere una carriera lavorativa sbagliata e/o datori di lavoro violenti.

3 - Avere una situazione sentimentale disastrosa per frequenza, intensità e scelta del/dei partner.

4 - Ripetere ad libitum tutti i punti da 1 a 3.



5 - Farsi mordere da una vipera per verificare il risultato ottenuto. La vipera dovrebbe morire mentre è ancora attaccata al nostro muscolo.
Sopravvento, sottovento



E' come quando fumi mentre hai il vento in faccia. Non te la godi: puzzi e mentre inspiri, ti pigli pure le zaffate che vengono dalla punta.

Ecco, quando sono depresso, non solo sto come al cazzo, ma devo prendermi anche le lezioni di vita dalle amiche che non sanno nulla di quello che c'è nella mia testolina bacata.



Mi ricorda la storia dell'albero d'acacia...

ottobre 26, 2010 ottobre 26, 2010
Saggezza



LUI scrive:

le donne saranno solo la prossima cosa che sterminerò dopo i gay



IO scrive:

NO! sennò poi chi ci stirerà le camicie?



LUI scrive:

senza donne, non ci sarà bisogno di andare in giro con le camicie stirate
ottobre 24, 2010 ottobre 24, 2010
Essì



Questa è VERAMENTE la fine. Mi so' schifato.



L'attore coprotagonista della mia vita viene raggiunto da una raffica di pomodori marci.

Inchino. Sipario.

ottobre 23, 2010 ottobre 23, 2010
Solitudine



E' triste l'ultima foglia rugginosa sospesa nel vuoto.

ottobre 22, 2010 ottobre 22, 2010
Il vestitO nuovO



Hai messo il vestito più bello

l'hai scelto per oggi con cura

frugando nel tuo grande armadio.

E' rosso il vestito

con piume di gallo

e raggi di sole al tramonto.

E ora cammini per strada

facendo girare la testa

tra sguardi ammirati e crudeli.

E' questa la vita

ben misera e triste

se basta un vestito

per farci felici.

ottobre 21, 2010 ottobre 21, 2010
Aichiùbb



Lo sprofondamento nel baratro era inevitabile, ed ora c'è soltanto un giocattolo ammaccato che nessuna molla potrà caricare.

La ricerca di alternative (più o meno valide), succedanei, prostitute non è più attiva da anni. Quindi un ramo cade senza che ci siano nuovi germogli.



Chi è l'ultimo ad avermi detto: "Eh, ma tu non sei solo!"?